Case Passerini? Costo in bolletta anche se non si fa
Il termovalorizzatore e lo stop di Rossi: «Il progetto si pagherà»
Il termovalorizzatore non c’è, ma il fantasma dei suoi costi è già in bolletta. L’impianto di Case Passerini, la cui realizzazione è per adesso stoppata dal Tar e politicamente dal presidente della Regione Enrico Rossi, è tornato al centro dell’agenda politica. A partire dai costi per la sua progettazione, che rischiano di ricadere su abitanti e aziende fiorentine, pratesi e pistoiesi.
Il precedente è l’impianto pensato e poi bocciato a Selvapiana, il cui progetto è costato 2,5 milioni di euro. L’autorità per il servizio di gestione dei rifiuti (Ato) Toscana Centro ha deciso che sarebbe stato meno costoso non farlo, trasferendo sulle bollette i costi della pianificazione. «Se anche quelli di Case Passerini finiranno nella Tari è difficile da dire, dovrebbe esser la politica a dare questa risposta, tuttavia — spiega il direttore dell’Ato, Sauro Mannucci — se la ratio dovesse essere la stessa, il piano d’ambito dovrebbe farsi carico di questa spesa». E c’è di più: «È ragionevole che la progettazione di quel termovalorizzatore costi più di quella di Selvapiana — spiega Mannucci — anche solo perché è stata fatta dopo».
È l’incubo del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, già in prima linea nella battaglia per i costi di Selvapiana. «Se dovesse accadere anche con Case Passerini la gente prenderà i forconi e ci inseguirà», dice. Due settimane fa il sindaco di Fdi ha convocato i vertici dell’Ato per esprimere il suo disappunto. «La nostra — chiarisce Tomasi — non è una battaglia di posizione: stiamo esaminando la questione, non lasceremo nulla d’intentato. Tra l’altro mi chiedo se non ci sia da preoccuparsi per il termovalorizzatore di Montale: dove dovrebbe finire l’immondizia di questa regione, Il temovalorizzatore di Case Passerini in un rendering se ne dovrebbe forse far carico quell’impianto?».
Il dubbio del sindaco pistoiese non è isolato. Soprattutto dopo la delibera regionale del 15 gennaio che certifica come in tre anni le discariche regionali non saranno più in grado di smaltire i rifuti. Una questione che preoccupa anche gli imprenditori: «Nessun impianto, nessun servizio, ma costi aggiuntivi e problema rifiuti irrisolto», ammonisce Confindustria Toscana Nord.
A chiedere coerenza è il vicepresidente dell’Ato Simone Faggi, che da una parte chiede a Tomasi di «adeguarsi e pagare» e dall’altra a Rossi di «non tornare indietro» su Case Passerini. «Non si saprebbe dove mettere i rifiuti, oltre al fatto che la spesa per la progettazione di un altro impianto non realizzato è inaccettabile», rincara la dose Faggi. Ben coperto dal segretario del suo partito: «Per Case Passerini — ha detto infatti Matteo Renzi — ci sono accordi firmati, ma di queste cose parlano i sindaci, i presidenti della Regione e il ministro dell’Ambiente. La mia opinione è nota».