FARMACIE COMUNALI, UNA BELLA REALTÀ MA CON TROPPI ONERI
La farmacia comunale è un punto di riferimento fondamentale nella vita dei cittadini. La legge italiana prevede da decenni che un certo numero di farmacie — in Toscana circa il 25 per cento del totale — sia di proprietà dei Comuni, che possono gestirle in vario modo: in economia, con società per azioni o aziende speciali, con società miste con partner privati. Operano in un mercato perfettamente concorrenziale e si misurano tutti i giorni con l’offerta delle farmacie private, garantendo spesso maggiori servizi e migliore qualità: aperture festive e notturne, presenza in zone a bassa densità, offerta di un’ampia gamma di servizi integrativi, prezzi spesso più bassi. In molti casi la farmacia comunale è un vero e proprio punto di riferimento per la comunità locale. In Toscana le farmacie pubbliche funzionano: oltre 60 operatori che gestiscono 228 punti vendita, con 1.500 addetti, un fatturato poco inferiore ai 400 milioni di euro e investimenti annuali per circa 2 milioni di euro. Un settore che presenta i conti in ordine, con un utile aggregato di circa 1,5 milioni di euro e con rarissimi casi di aziende singole in perdita. Il recente decreto Madia sulle aziende partecipate dei Comuni non prevede nessuna dismissione di questa importante esperienza di azienda pubblica sul mercato, anche se grava in modo pesante queste aziende di oneri e costi che rendono difficile competere con imprese private che invece non hanno gli stessi obblighi. Peccato che all’approvazione della Legge di bilancio non sia stato tenuto conto che la distribuzione farmaceutica è un settore economico nel quale gli operatori pubblici operano con i medesimi vincoli di quelli privati in un regime di libera concorrenza, al fine di esonerare le società totalmente pubbliche dall’applicazione del Codice degli appalti. L’estrema parcellizzazione degli acquisti, che impone flessibilità e tempestività, infatti, mal si concilia con gli adempimenti a cui sono chiamate le farmacie pubbliche. Contiamo, con la prossima legislatura, in una modifica della normativa, perché per i Comuni sono una risorsa fondamentale, non solo economica ma di servizio e di relazione con i propri cittadini. Basta vedere le recenti aperture nell’area fiorentina di nuovi punti vendita per capire che la sfida della qualità e dei servizi ai cittadini è al centro delle strategie di queste imprese. Oggi grazie agli accordi con la Regione, con determinazione voluti dall’assessore Stefania Saccardi, le farmacie pubbliche sono uno snodo del servizio socio sanitario regionale che eroga servizi al pubblico: dal Cup all’attivazione della tessera sanitaria, dalla riscossione dei ticket fino a servizi di ogni tipo nel settore. Sono farmacie che si rinnovano, sempre più vicine al cittadino e automatizzate, grazie all’uso di totem e della rete web, costituendo così un pezzo importante di quel concetto di Smart City che si sta facendo largo in Italia e che vede le città toscane protagoniste. Nel nuovo quadro di mercato le farmacie pubbliche potrebbero anche sviluppare una maggiore presenza, dandosi come obiettivo una maggiore integrazione così da essere più solide e più forti nel mercato.