FILM MAI VISTI ANTEPRIME IN DUE SALE
Da oggi al 26 febbraio al Teatro Verdi e allo Stensen la preview di 6 grandi titoli Si parte con la misteriosa morte di una donna in «Omicidio al Cairo» di Tarik Saleh A seguire anche «The Woman Who Left», Leone d’oro nel 2016 ed «Egon Schiele»
È una bella notizia il ritorno di un ciclo di anteprime cinematografiche al Teatro Verdi, e non solo perché era da alcuni anni che il pubblico ne sentiva la mancanza, ma anche perché l’iniziativa stavolta raddoppia: le proiezioni non saranno solo in via Ghibellina, ma anche al Cinema Stensen, attivissima sala d’essai in viale Don Minzoni.
E così da oggi fino al 26 febbraio (ore 21, ingresso singolo 8 euro, abbonamento per tutti i film 27 euro) arriveranno a Firenze sei film nuovi di zecca, a partire da quello d’apertura, l’attesissimo Omicidio al
Cairo di Tarik Saleh (Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival), un thriller politico ambientato nella capitale egiziana, dove corruzione e autoritarismo si intrecciano: al centro del racconto la storia di una bella e giovane donna uccisa in un hotel di lusso; per avere giustizia, nell’Egitto dei giorni precedenti alla rivolta di Piazza Tahrir, sarà necessario scontrarsi con la corruzione della polizia, i servizi segreti e un’élite politica che si considera intoccabile (il film arriva a un anno esatto di distanza dalla morte di Giulio Regeni).
Segue Marlina omicida in quattro atti della giovane regista indonesiana Mouly Surya, una sorta di western al femminile che ha come protagonista una donna costretta a reagire alla brutalità dell’universo maschile. Grande attesa anche per The Woman Who
Left, lo straordinario film di Lav Diaz che nel 2016 si aggiudicò il Leone d’Oro a Venezia e che da allora non è mai giunto nelle nostre sale; guardando alla letteratura di Tolstoj il regista filippino racconta in quasi quattro ore di purissimo cinema le vicende di una donna generosa e paziente, che esce dal carcere dopo un’ingiusta detenzione e va alla ricerca di una nuova possibile vita. Meno forte è invece
La camera azzurra, il film tratto da uno dei capolavori di Georges Simenon e che il febbrile attore e regista francese Mathieu Almaric ha tentato di adattare sullo schermo, riuscendo solo in parte a restitui-
re la ricchezza emotiva del romanzo. È invece un ripescaggio Egon Schiele di Dieter Berner, biopic sul grande pittore austriaco, morto a 28 anni e considerato tra i più importanti protagonisti dell’arte d’inizio Novecento. Dopo l’anteprima al Korea Film Festival dello scorso anno, torna a Firenze, in chiusura della rassegna, Il prigioniero coreano di Kim Ki-duk, che segna il ritorno del maestro coreano a un cinema più politico: al centro del racconto la storia di un povero pescatore della Corea del Nord che sconfina involontariamente nelle acque territoriali della Corea del Sud, ritrovandosi la vita stravolta a causa dell’ottusità degli apparati investigativi dei due paesi.