Parole e musica
Martedì all’Università incontro tra Lorenzo Baglioni, il rettore, linguisti e studenti di Lettere
Baglioni in Ateneo: «Io, la matematica e il congiuntivo»
«La passione ha un’altra grammatica» cantavano gli Avion Travel qualche anno fa. E le canzoni? Hanno o no una loro grammatica? «Tutte le espressioni artistiche e creative che utilizzano la lingua — risponde Luigi Dei, rettore dell’Università di Firenze — possono essere materia di ricerca scientifica. Perché non le canzoni?».
Proprio per questo, martedì 30 gennaio, alle 17, nell’Aula Magna dell’Ateneo fiorentino, si svolgerà un incontrodialogo con Lorenzo Baglioni, il giovane cantautore fiorentino che porterà al Festival di Sanremo una canzone sul congiuntivo. «L’iniziativa — spiega Marco Biffi, docente di Linguistica italiana e presidente del corso di studio in Lettere — si inserisce in una serie di incontri che organizzo da alcuni anni per gli studenti dei miei corsi, con lo scopo di mettere a fuoco il rapporto degli artisti con la lingua italiana. Con Lorenzo parleremo del perché abbia deciso di scrivere canzoni didattiche e in particolare grammaticali, del rapporto con il fiorentino e con la nostra città e di come l’uso consapevole della lingua possa avere un impatto sulle canzoni». Baglioni si confronterà con gli studenti e con due studiosi: Giuseppe Patota e Valeria della Valle, autori di numerose grammatiche. Ad aprire l’incontro, curato e moderato da Marco Biffi, il rettore Luigi Dei, il presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini e la direttrice del Dipartimento di Lettere e Filosofia Anna Nozzoli.
«Da scienziato — racconta Dei — il mio intervento sarà incentrato sulle affinità tra il chimico e il linguista. Le parole della chimica sono le molecole, il linguista invece studia ciò che è contenuto o può entrare in un dizionario. Alla fine però dimostrerò che, forse sorprendendo un po’ il pubblico, è molto più complicato lo studio della linguistica che quello della chimica. E poi c’è tutto un discorso sulle sensazioni neurofisiologiche, sull’alchimia delle parole che messe in un modo anziché in un altro provocano sensazioni diverse».
Ma è la lingua che entra nelle canzoni o sono le canzoni che modificano la lingua? «Nella storia dei nostri studi — sottolinea Biffi, che è anche responsabile dei progetti multimediali della Crusca — c’è una frontiera ideale rappresentata da Nel blu dipinto di blu di Modugno, che ha cambiato il modo di portare l’italiano nella canzone. È la vita che entra nelle canzoni e quindi anche la lingua». Ci sono poi parole che, mutuate dal gergo giovanile o specialistico, hanno una nuova vita grazie ai testi dei cantanti: «Per esempio — continua Biffi — sta crescendo la diffusione di “sottona”, utilizzata da Gordon in un pezzo molto diffuso su YouTube per indicare una ragazza che non riesce a staccarsi dal fidanzato che l’ha lasciata. Poi ci sono anche parole più intellettualistiche come “internettologo” che con Gabbani e Occidentali’s Karma sono diventate popolari». E chissà che anche il congiuntivo, con la canzone di Baglioni, possa essere meno bistrattato.
Luigi Dei Tutte le espressioni artistiche e creative che utilizzano la lingua possono essere materia di ricerca scientifica, le parole hanno le loro formule...