«RENZI? UNA RISORSA» (SE SALA COPIA D’ALEMA)
Dice il sindaco di Milano Beppe Sala, in un’intervista al Corriere della Sera, che Matteo Renzi «è una risorsa».
Come noto, l’Italia è piena di risorse, soprattutto in politica. Così almeno pare ascoltando D’Alema, Renzi e tutti gli altri, mentre si prendono a cenciate. Ecco, se capitasse anche a voi, sul lavoro, iniziate a preoccuparvi. Se qualcuno vi dice «sei una risorsa» in realtà vi vuole congedare. Se poi a dirlo è la fidanzata o il fidanzato, ancora peggio. «Sei una risorsa» è il corrispettivo politico del paraculismo esteticosentimentale: quando tu dici di una ragazza o un ragazzo che è «simpatico» al posto di «be’, in effetti è proprio un cesso». Negli anni Renzi è stato considerato una risorsa da molti, soprattutto fino al 2013, prima che rottamasse qualcuno di quelli che avrebbero voluto rottamare lui. Da Enrico Letta («Renzi è una risorsa», 9 luglio 2013) a Pierluigi Bersani («Renzi è una risorsa», 3 dicembre 2012) a Massimo D’Alema («Renzi è una risorsa», 20 luglio 2013) a Roberto Speranza («Renzi è una risorsa», 2 settembre 2013) a Beppe Fioroni («Renzi è una risorsa», 15 aprile 2013) a Rosy Bindi («Renzi è una risorsa», 20 febbraio 2013). La storia la conoscete. Ora tocca a Sala, che a differenza dei succitati avversari del segretario del Pd è un sindaco, quindi la frase per Renzi, un ex sindaco che sugli amministratori locali ha costruito parte della sua narrazione, è più amara. Tanto più se consideriamo che è Sala era stato voluto proprio da Renzi come candidato sindaco di Milano per il centrosinistra contro Stefano Parisi, candidato sconfitto del centrodestra. Negli ultimi mesi i rapporti fra i due sono diventati molto freddi e più volte Sala se l’è presa con il Giglio Magico di Renzi. Non a caso nell’intervista al Corriere dice anche che la leadership di Renzi «dovrebbe essere più coinvolgente. Il Pd ha una squadra di ministri di prim’ordine: Gentiloni, Franceschini, Delrio, Minniti, Padoan, Martina. E gli altri?». Da notare che i ministri citati non appartengono alla cerchia ristretta dell’ex presidente del Consiglio. Niente Giglio Magico insomma. Non è la prima volta. A marzo Sala scrisse una lettera con Sergio Chiamparino a Repubblica, con la quale invitavano Renzi a «non rinchiudersi in gruppi ristretti ma avere la disponibilità a veleggiare in mare aperto con nuovi equipaggi non necessariamente composti da persone di stretta osservanza del capitano». L’invito di Sala e Chiamparino, dunque, era a liberarsi di un po’ di gente con l’accento toscano per aggregare altre «forze innovatrici, fra le quali ci annoveriamo anche noi, che possono aiutare il paese a trovare la giusta rotta». Altrimenti il destino è segnato. Un destino da risorsa.