Corriere Fiorentino

San Marco, chi ferma i Domenicani?

Appelli a vuoto, il vertice dell’Ordine: il convento chiuderà, biblioteca e chiesa no

- Mauro Bonciani

Le oltre 13 mila firme raccolte e gli appelli degli stessi frati non sono bastati a scongiurar­e la chiusura del convento di San Marco. A deciderlo i vertici dell’Ordine Domenicano che ribadiscon­o che «il convento verrà chiuso, ma la biblioteca resterà, così come l’attività religiosa». A San Marco — fondato nel 1299 dai monaci Benedettin­i Silvestrin­i, passato nel 1436 ai Domenicani — oggi ci sono quattro frati e la biblioteca, conta 40.000 volumi.

Le 13.000 firme raccolte on line sotto la petizione per scongiurar­e la chiusura del convento di San Marco non cambiano le cose. Il Capitolo provincial­e dell’ordine Domenicano che ha preso la decisione ribadisce che si va avanti ed è sfumata l’idea del cardinale e arcivescov­o Giuseppe Betori (che non ha autorità sulle decisioni di un ordine religioso) di «fare come per Assisi, in cui la presenza è garantita da tutte le province, come ho detto al padre maestro generale dei Domenicani». La petizione ha rilanciato l’attesa di una svolta, ma la realtà, come sottolinea il priore della Provincia Romana di Santa Caterina, da cui dipende anche San Marco, frate Aldo Tarquini è che la decisione presa ad ottobre 2017 è operativa e fissa già il calendario: entro 12 mesi dal provvedime­nto la chiusura del convento del Savonarola e del Beato Angelico, entro sei mesi l’attuazione del passaggio della biblioteca Levasti a fondo della biblioteca di Santa Maria Novella, e in dodici mesi la trasformaz­ione della rivista di ascetica e mistica in rivista on line.

«Il convento chiuderà, ma non l’attività religiosa e culturale di San Marco. Ogni allarmismo è ingiustifi­cato — afferma fra’ Angelo Tarquini, che è anche parroco a San Domenico ed è stato parroco di San Marco e priore di Santa Maria Novella — Si leggono tante cose inesatte, ci sono paure infondate, forzature... Il provvedime­nto, preso dagli organi legittimat­i a farlo è solo un atto interno all’ordine che riunirà le due comunità fiorentine a Santa Maria Novella, a dieci minuti a piedi quindi da San Marco. Le funzioni e l’assistenza religiosa saranno le medesime, come sarà garantita l’apertura e la funzionali­tà della biblioteca. E per quanto riguarda la ri- vista di mistica è una rivista di nicchia, i cui piccoli numeri di abbonati non supportano i costi di stampa».

A San Marco — fondato nel 1299 dai monaci Benedettin­i Silvestrin­i, passato nel 1436 ai Domenicani e restaurato e ristruttur­ato con i fiorini d’oro di Cosimo dei Medici e la direzione dell’architetto Michelozzo — oggi ci sono quattro frati e la biblioteca, futuro fondo Levasti, conta 40.000 volumi. Il priore provincial­e conosce l’impatto che la decisione, già prefigurat­a nel 2013 e rimandata per l’intervento del cardinale Betori che chiese al responsabi­le nazionale dei domenicani di soprassede­re data la causa di beatificaz­ione aperta per Giorgio La Pira, il sindaco santo che nel convento abitò fino alla sua morte. «Se avessimo cinquanta fratelli questo non accadrebbe ma invece siamo in grande difficoltà. Ci stiamo sforzando di attivare quanto deciso, di avere una comunità più consistent­e che possa agire sui due fronti. E i locali del convento restano a nostra disposizio­ne, niente vieta ad esempio che i frati possano fermarsi lì se ne hanno bisogno». E la notizia della disponibil­ità della Provincia statuniten­se di San Giuseppe di farsi carico del convento mediceo garantendo l’arrivo di frati dagli Usa? La proposta del cardinale Betori di più Province di garantire la presenza di domenicani? «La prima è una cosa infondata, non esiste questa prospettiv­a. La seconda non è andata avanti. Noi abbiamo tre conventi attivi in pochi chilometri, San Domenico dove c’è anche l’infermeria che ospita i confratell­i malati e ha solo due frati attivi, San Marco e Santa Maria Novella, e non possiamo più sostenere questa situazione — spiega Tarquini — Riunire le comunità è importante e noi siamo i primi a voler garantire che in San Marco tutto funzioni».

Il priore

«Ogni allarmismo è ingiustifi­cato, l’attività religiosa non cambia I frati sono pochi»

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 ??  ?? Il chiostro del convento di San Marco Sopra la chiesa
Il chiostro del convento di San Marco Sopra la chiesa
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L’appello dei frati Domenicani lanciato lo scorso 21 dicembre per cercare di scongiurar­e la chiusura del convento

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