Indifferentemente
Mercato, classifica e spazi vuoti al Franchi: c’è il rischio disaffezione Qual è la soluzione?
Zero acquisti, una classifica anonima, le tribune dello stadio sempre più vuote e i mugugni dei tifosi sui social. La settimana viola non è delle più semplici, il rischio concreto adesso è che l’indifferenza prenda il sopravvento, in una città dove il calcio e la Fiorentina sono sempre stati in primo piano. La sconfitta di Marassi ha lasciato strascichi, anche perché lo stesso dg Corvino ha fatto capire che l’idea di fondo (salvo occasioni dell’ ultim’ora) è rinviare a giugno il progetto di rafforzamento di una squadra nuova di zecca ma ancora incompleta e certamente migliorabile.
Sul web, in radio e nei talk show televisivi dedicati alla Fiorentina, c’è chi se la prende con la proprietà assente, chi con lo stesso Corvino, chi invece con l’allenatore Pioli reo di aver sbagliato formazione domenica scorsa. Il problema però è un altro, perché la vis polemica dei fiorentini in fondo è una caratteristica conosciuta da secoli: il problema è che la Fiorentina ha appena 24.700 spettatori di media a partita (i viola sono settimi per affluenza di pubblico, ma quindicesimi nel rapporto tra presenze e capienza dello stadio) e che i vuoti del Franchi hanno ragioni più profonde di una sconfitta o un’annata di transizione. Il colpo d’occhio fa impressione: la Ferrovia è ormai quasi deserta, ma anche la Fiesole (fa effetto anche dirlo) presenta larghi spazi
Il club I tifosi stiano vicini alla squadra, il nostro obiettivo è avere sempre più persone allo stadio Il biglietto per 4 gare? Ne abbiamo già venduti cinquecento
vuoti. Un segno dei tempi certo, ma anche della distanza che al momento esiste tra tifoseria e società. L’una infatti fatica a comprendere l’altra: i Della Valle sono convinti di aver fatto tanto per la città, la città invece ripensa ai cicli di Prandelli e Montella, guarda Lazio e Atalanta giocare bene, il Napoli volare e se la prende con chi ha scelto di non investire più sulla squadra.
Come uscirne? La strada è stretta, l’indifferenza, come detto, alle porte. Corvino (e quindi la proprietà) ha affidato le chiavi della Fiorentina a Pioli, persona dal passato viola (il che non guasta), mite ed equilibrata soprattutto rispetto al bizzarro Sousa dei mesi scorsi. La squadra invece è giovane, ce la mette tutta ma inciampa spesso. Come a Genova.
Servirebbe ritrovare il bel gioco per creare una scintilla, ma per giocar bene servono i calciatori. E qui torniamo al punto di partenza: di ieri la notizia dell’interessa per il regista Under21 polacco Zurkowski, il baby talento (come Soucek) sembra però più un profilo seguito per giugno che per subito. La società nel frattempo si è adoperata per creare un’unione con la città, con i Colori del Calcio Storico e per andare incontro ai tifosi con prezzi stracciati. Il bigliettone lanciato lunedì scorso e valido per le prossime 4 partite interne (Juve compresa) è l’ultimo tentativo di tamponare l’emorragia: «Stiamo vicini alla squadra — è l’appello del responsabile della biglietteria Ivan Affibbiato attraverso Radio Bruno — il nostro obiettivo è avere sempre più persone allo stadio. Con il Verona abbiamo invitato i bambini delle scuole e in due giorni abbiamo venduto 500 bigliettoni: la risposta è positiva, con la Juve puntiamo alle 30 mila presenze. I numeri sono diversi rispetto al passato, ma anche a Genova c’erano 18 mila tifosi. E 1.500 erano viola». Con il Verona la prima verifica, per la squadra e per la risposta dei tifosi. La freddezza, il distacco, le incomprensioni di fondo restano, mentre Adv continua il suo auto esilio a Casette d’Ete. La Fiorentina a proposito ad agosto aveva parlato di nuovo ciclo da migliorare, mercato dopo mercato. Per farlo c’è tempo fino alla prossima settimana.