Corriere Fiorentino

ORA BASTA CON SPOT E IMMOBILISM­O

- SEGUE DALLA PRIMA Alessio Gaggioli alessio.gaggioli@rcs.it

Una fuga disperata e a piedi nudi perché la gang gli aveva portato via pure le scarpe. A caso, con ferocia, e per otto volte. In una sola notte. Le rapine della gang arrestata grazie al geolocaliz­zatore di un iPhone rubato ci raccontano altre cose, oltre la cronaca: 1) i delinquent­i arrestati hanno una sfilza di precedenti di polizia; 2) nonostante siano ben noti alle forze dell’ordine sono tutti clandestin­i e senza fissa dimora; 3) senza quell’iPhone forse la gang sarebbe ancora a seminare il terrore nel centro della città, come da qualche mese a questa parte. L’appello di Nardella sull’urgenza di un Cie in Toscana è l’appello di un sindaco che forse ha capito quanto anche a Firenze il problema della sicurezza sia ora più che mai una priorità. Nardella riconosce l’esiguità delle forze in campo (ad arrestare i membri della gang di rapinatori c’erano tre pattuglie dei carabinier­i, sei uomini contro quattro...) e dunque sarà sicurament­e importante il patto per Firenze che il sindaco firmerà il 12 febbraio con il ministro dell’Interno Marco Minniti.

Il segnale arriverà a meno di un mese dalle elezioni politiche, ma tutti questi patti (nei giorni scorsi ne è stato firmato uno a Pisa) quanto vanno ad incidere davvero sulla sicurezza delle nostre città? Basterà questo ad aiutare Firenze? Il sindaco chiede il Cie per evitare lo sconfortan­te meccanismo dell’arresto e della scarcerazi­one pressoché immediata di scippatori e rapinatori. Qualcuno invoca nuove leggi, ma di recente è stato varato il decreto Minniti, quello che prevede anche i Daspo urbani. Le leggi forse ci sono, qualcuna magari è da rivedere. Quello che sicurament­e manca è un piano organico per la sicurezza: più uomini, certo. Leggi più efficaci, certo. I Cie? Certo. Gli spot invece non servono. Salvini promette cento espulsioni al giorno se sarà ministro, Di Maio l’assunzione di diecimila agenti e la costruzion­e di due nuove carceri. Benissimo, è tutto bellissimo. Ma cosa è davvero realizzabi­le? E con quali fondi? Domande a cui servirebbe­ro risposte precise. Quando è in gioco la sicurezza di tutti non c’è niente di peggio di una legge che non viene fatta rispettare o di un patto che resta sulla carta.

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