Corriere Fiorentino

L’omaggio di Greve a Radio Chianti, quarant’anni dopo

Greve ricorda l’emittente fondata da don Reggioli nel 1978 e attiva fino al 1996

- di Sara Fioretto

La prima trasmissio­ne GREVE IN CHIANTI mandata in onda, quella pilota, fu la messa di Natale. Nasceva così Radio Chianti, in una stanza dell’abitazione di don Giuseppe Reggioli, il parroco di Greve e l’appassiona­to fondatore dell’emittente a cui il Comune dedica dal 17 febbraio, «C’era una volta Radio Chianti», una serie di eventi con testimonia­nze e fotografie.

È il 1977, un anno prima la Corte Costituzio­nale ha decretato la libertà di emissione radiofonic­a privata nel nostro Paese. E sugli apparecchi radiofonic­i si scopre il segnale modulato in Fm: ricezione migliore, niente brusii. Nelle città e nelle province italiane prendono vita e suono le prime radio libere, i giovani hanno un nuovo mezzo di diffusione per la loro musica e per la loro voce. A Greve, don Reggioli contatta un radioamato­re del paese, insieme progettano la radio e montano il primo ripetitore sul campanile della chiesa. E quando chiama a raccolta tutti i giovani tra i 14 e i 20 anni, per comunicare la novità e coinvolger­li, se ne presentano oltre cento: per non vuole lasciarne fuori nessuno e per dare voce a tutti, studia un palinsesto di trasmissio­ni che non superino i 30 minuti.

L’11 febbraio 1978 sulle frequenze Fm 99.00 e 92.00, (nel frattempo è stato piazzato un altro ripetitore sopra Greve e altri due a San Michele e a Fiesole che consentono di farsi sentire a Firenze e in tutto il Valdarno superiore) esordisce a tutti gli effetti Radio Chianti «canto libero», con tanto di logo: un uccellino blu che canta sopra una caleidosco­pica girandola verde. I primi tempi va in onda solo per tre ore, dalle 17 alle 20 poi, per l’intera giornata, e la casa di don Reggioli diventa un via vai di ragazzini, una bottega dove si impara il mestiere di fare radio, fra dischi, notiziari, radiocrona­che sportive, interviste e jingle, i motivetti musicali delle pubblicità.

Tra quei giovani, Mario Cecchini, Marco Hagge, Mario Hagge, Mauro Falsettacc­i, Paolo Tinagli, Spartaco Mori, Italo Baldini, e qualcuno fra loro, come Marco Hagge, trae da quell’esperienza opportunit­à profession­ali.

«Una delle trasmissio­ni più seguite dai radioascol­tatori si intitolava Satisfacti­on — ricordano gli ex ragazzi di Radio Chianti — nella quale si mandava musica anni ‘60» . E mentre su Rai Radio 2 andava in onda la storica «Chiamate Roma 3131», il primo tentativo in Italia di un contatto diretto tra l’ascoltator­e e il mezzo di comunicazi­one, «su Radio Chianti furoreggia­va Il più e il meno, in cui si conversava liberament­e con i radioascol­tatori degli argomenti di attualità».

Ma i costi per mantenere una radio che si basava sul volontaria­to diventaron­o presto insostenib­ili e nel 1996, la storica emittente cessa di esistere. «Con “C’era una volta Radio Chianti” — dice il sindaco Paolo Sottani — ricorderem­o la prima diretta dell’emittente, quando l’idea di un parroco (scomparso nel 2008, ndr) aperto, colto, attento e sensibile alla necessità di comunicare, trovò uno spazio reale nell’etere».

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 ??  ?? Le trasmissio­ni dagli studi di Radio Chianti nel 1984; nella foto in alto, Marco Cecchini nel 1987.
A lato, don Giuseppe Reggioli, ideatore e fondatore della storica radio
Le trasmissio­ni dagli studi di Radio Chianti nel 1984; nella foto in alto, Marco Cecchini nel 1987. A lato, don Giuseppe Reggioli, ideatore e fondatore della storica radio
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