Corriere Fiorentino

«Tre anni senza Irene, un albero per lei»

L’appello della madre della giovane uccisa alle Piagge. «Le racconto i ricordi belli»

- Storni

Tre anni dopo l’omicidio di Irene Focardi, la madre Anna, 81 anni, vive sola e in mezzo ai ricordi nella sua casa delle Piagge. E lancia un appello: «Mi piacerebbe che fosse piantata una palma nel luogo in cui è stata ritrovata» in via Lazio, accanto alla ferrovia che costeggia il quartiere. «Così il Comune potrebbe aiutarmi», dice la madre. La palma era l’albero preferito della ragazza che 3 anni fa venne picchiata, uccisa e ritrovata in un sacco.

Irene è ancora viva. C’è il suo profumo in queste stanze, c’è il suo sguardo in queste foto. «Ci parlo tutti i giorni. Le guardo e parlo alla mia bambina. Le racconto quello che mangio, quello che faccio, le ricordo gli anni in cui era piccola e andavamo insieme a Lido di Camaiore». Cinque foto sul tavolo di cucina, le pareti costellate di cornici. «Qui era al mare in Sicilia, qui in Portogallo, qui faceva l’albero di Natale, qui era al matrimonio di un amico». Una lacrima sull’orlo delle palpebre, la tristezza addolcita dai ricordi. «Quelli nessuno me li porta via». Sono la sua unica forza, l’ultima ragione di vita. «La sogno spesso». Cerca il suo profumo: «Apro questa bustina di nylon e sento il suo odore». Dentro la bustina di nylon c’è la camicia da notte della figlia. «Così sento il suo odore, ma non l’odore dei vestiti, proprio l’odore della sua pelle».

Irene Focardi vive nei ricordi della madre Anna. Ha 81 anni, abita sola, qui alle Piagge. Ci prepara il caffè, cammina lenta con l’aiuto delle stampelle. «Da quando è morta mia figlia, non mangio più a tavola, prendo un piatto e me lo metto così, sopra le ginocchia». È ricurva su se stessa. I capelli bianchi, la camicia di seta, il foulard a fiori. Nei vestiti la sua dignità. È povera, meno di 600 euro di pensione, quasi metà se ne va per i fiori al cimitero: «Orchidee, rose bianche, rose rosa». Tira a campare, ogni domenica alla messa, poi sulla tomba della figlia. «La fede mi sostiene. Vivo di fede e di ricordi».

Il 3 febbraio di tre anni fa vide Irene per l’ultima volta. «Erano le 18.30, stava tornando dal funerale di un nostro vicino di casa. Era triste, le preparai un caffè d’orzo, non lo bevve. Aveva fretta, le squillò il cellulare, era lui, mi salutò, prese 50 euro e scappò via». Il suo corpo fu ritrovato, quasi 2 mesi dopo, in via Lazio, a pochi passi da casa sua. «Lo scriva — implora Anna — come fu ritrovato quel corpo, lo scriva». Fu ritrovato dentro un sacchetto della spazzatura, trucidato dalla furia omicida del suo compagno, oggi ergastolan­o a Solliccian­o. «Scriva di quel corpo massacrato», ripete Anna. Batte i pugni sul tavolo. «Ancora oggi mi chiedo perché, forse quel pomeriggio avrei dovuto portarla via, da qualche parte. Lei continuava a cercarlo, forse in lui vedeva quel padre che non ha mai avuto». E invece ha trovato un assassino. Femminicid­io. Furono giorni tumultuosi. La scomparsa, le indagini, la speranza, il corpo ritrovato, la resa, il dolore.

Tre anni eppure sembra ieri. Anna ricorda ogni dettaglio. «Pochi giorni prima di morire andammo alla Coop, conservo ancora lo scontrino». Conserva tutto gelosament­e: le bambole, i giocattoli, i calzini nei cassetti, i vestiti spruzzati di antitarme, le bomboniere della prima comunione, perfino i dentini da latte dentro una piccola ampolla di vetro. Oggetti diventati sacri, reliquie d’amore materno. Anna piange, ha «perso la gioia di vivere». Però combatte, dal risveglio fino alla notte. «Fino a quando il Signore mi chiamerà con sé». Non si può alleviare questo dolore. Ma si potrebbe fare qualcosa. Lo chiede timidament­e. «Mi piacerebbe che venisse piantata una palma nel luogo in cui è stata ritrovata». Era l’albero preferito di Irene, restava incantata a guardare i lungomare, le foglie delle palme che frusciavan­o nel vento. Il suo corpo è stato ritrovato accanto alla ferrovia che costeggia Le Piagge. «È un’area verde, lo spazio per piantare una palma ci sarebbe. Forse il Comune potrebbe aiutarmi». Un piccolo desiderio, il più grande di mamma Anna.

Tracce di lei La sogno ogni notte, al risveglio apro la busta di nylon con il suo pigiama e sento il suo odore

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 ??  ?? Irene Focardi nella foto che mandò in onda «Chi l’ha visto?» nei due mesi di ricerche prima del ritrovamen­to del suo cadavere in un sacco alle Piagge
Irene Focardi nella foto che mandò in onda «Chi l’ha visto?» nei due mesi di ricerche prima del ritrovamen­to del suo cadavere in un sacco alle Piagge
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Il corpo di Irene Focardi è stato ritrovato il primo aprile del 2015 alle Piagge a due mesi dalla scomparsa. Sopra la madre Anna e sul tavolo le foto della figlia

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