Leu-Pd, duello sul Jobs Act
Il presidente del Senato al Puccini, l’ex premier a Scandicci. E Forza Italia da Campi punta già alle Regionali Grasso a Firenze dopo il caso Amazon: aboliremo la riforma. Ichino: non si torna indietro
Il Jobs Act piomba al centro della campagna elettorale. «Lo aboliremo!» ha detto Pietro Grasso dal palco fiorentino del teatro Puccini, dove ha aperto la campagna di Liberi e Uguali.
«Il braccialetto per gli operai di Amazon è frutto del Jobs Act», ha sottolineato il presidente della Regione, Enrico Rossi. Ma il senatore uscente del Pd Pietro Ichino, che di quella riforma è stato l’ispiratore, frena e rilancia: «Il governatore parla di cose che non conosce, controllare i lavoratori resta proibito».
Ha scatenato l’applauso più forte scandendo: «Aboliremo il Jobs Act!». Pietro Grasso, leader di Liberi e Uguali, ieri a Firenze ha dato il via alla campagna elettorale in Toscana del raggruppamento di sinistra, «Grazie compagne e compagni», ha esordito, e se il suo stile pacato non ha infiammato un teatro Puccini stracolmo, lo ha fatto la sua affermazione contro la riforma del lavoro varata dal governo Renzi. Come anche quando ha attaccato l’ex premier: «Ogni suo discorso inizia con io, io, io.. Noi invece abbiamo il Noi. Qua ho trovato grande entusiasmo. Noi non siamo il partito dei selfie, noi siamo la sinistra, il cambiamento, il solo voto utile è dato a noi».
Jobs Act nel mirino anche di Roberto Speranza e Nicola Fratoianni, gli altri leader nazionali presenti sul palco del Puccini (ed anche candidati in Toscana) e del governatore Enrico Rossi, che pure da esponente del Pd lo aveva difeso. Tutti contro il Jobs Act dopo il braccialetto di Amazon: «Checché ne dicano Poletti e Calenda non sarebbe stato possibile senza il Jobs Act — ha detto Rossi — Nell’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori c’era l’impossibilità di controllare a distanza i lavoratori e la produttività: e l’articolo 4 va reintrodotto». Rossi, che è stato interrotto più volte dagli applausi, ha rivendicato la scelta di non candidarsi — «le istituzioni non sono un autobus da cui scendere quando comoda» — e chiuso l’intervento elettrizzando la platea: «Qui faremo un grande risultato e dopo il 4 marzo lavoreremo per costruire il grande partito del lavoro».
La manifestazione di Leu, preceduta da un incontro di Grasso alla Casa del Popolo di Calenzano (il cui sindaco, Alessio Biagioli, è candidato al Senato), ha visto molti ora- tori sul palco, per sottolineare il «noi», partendo da Sesto, dove il Pd è stato sconfitto dalla sinistra, con Daniela Kapo, la commozione di Sandra Gesualdi quando ha rivendicato la battaglia per il testamento biologico, e molti esponenti della vecchia guardia Pci-PdsDs-Pd in sala, come Graziano Cioni e Tea Albini. Ma ha visto anche lo scivolone di Grasso, e di una donna presente in platea, su Maria Elena Boschi. Il presidente del Senato stava parlando di difesa dell’ambiente e quando ha detto «i nostri boschi bruciano», nel silenzio una donna ha gridato «La Boschi brucia?» e Grasso, imbarazzato, ha replicato «ottima battuta», per poi riprendere il filo del suo discorso. «Ammettere un errore non va di moda, ma sono all’antica. Le mie scuse a Boschi per quanto accaduto — ha detto poi Grasso — La battuta è inaccettabile: volevo smorzarne l’entità ma ho ottenuto l’effetto opposto. Chi mi conosce, sa che gli attacchi personale non sono nel mio stile». Il filo comune della mattinata è stata la difesa del «progetto», il no alla destra e Berlusconi, assieme alla replica al Pd che chiede di non votare Leu per non far vincere la destra. «Se voti Renzi — ha attaccato Fratoianni — voti Berlusconi e le larghe intese».
Alle accuse sul Jobs Act lanciate dalla sinistra risponde Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia e candidato Pd nel collegio di Siena per la Camera. «Non accetto che si dica che aumenta la precarietà, anzi, tutto il contrario — ha detto in un’intervista a SkyTg24 — La stagione del puntare sul contratto a tempo indeterminato sta andando avanti, si tratta di introdurre correttivi al sistema di incentivi fiscali in modo che la domanda di lavoro delle imprese sia a ciò indirizzata».
Dobbiamo reintrodurre l’articolo 4 dello statuto dei lavoratori In Toscana andremo forte
Non accetto che si dica che la legge aumenta la precarietà Bisogna ricalibrare gli incentivi fiscali