La scossa dei tifosi: ora giocate da calcianti
Gli ultras agli allenamenti. Poi regalano una fascia da capitano ad Astori
Che non sarebbe stato un sabato come gli altri, i giocatori della Fiorentina lo avevano capito fin da subito. E non solo a causa delle colline intorno a Firenze completamente imbiancate dalla neve. Prima le cattive condizioni del terreno di gioco dei campini, fuori uso per l’abbondante pioggia, poi la visita dei tifosi poco prima dell’allenamento di rifinitura, svolto allo stadio Franchi.
Un confronto sereno e costruttivo, in cui una trentina di rappresentanti del tifo organizzato, esponenti di associazioni del tifo e calcianti hanno chiesto massimo imniente pegno alla squadra. E una reazione immediata a partire dalla gara di oggi dopo l’indecorosa prestazione di domenica. Il tutto sotto gli occhi di Antognoni, in rappresentanza della società. E questa volta c’entra l’assenza della proprietà o le accuse sul ridimensionamento societario, ma solo l’atteggiamento in campo e la difesa dei propri colori. Non è un caso, infatti, che ieri a parlare alla squadra siano stati anche i rappresentanti dei quartieri della città, che a livello cromatico accompagnano la squadra di Pioli in ogni trasferta (oggi è il turno dei verdi di San Giovanni). Nessuno ha chiesto la luna ma solo il rispetto del patto fatto in estate, quando al neonato gruppo gigliato fu chiesto di rendere orgogliosi i tifosi per l’atteggiamento in campo.
In dieci minuti di confronto (la Fiorentina, una volta capite le intenzioni, non si è opposta all’ingresso dei tifosi allo stadio) c’è stato il tempo anche per regalare ad Astori due fasce da capitano con i 4 Colo- ri di Firenze, di mostrare un video con alcune azioni di una partita tra calcianti e di ricordare quanto sia importante per la città la gara di venerdì prossimo, quando a Firenze arriverà la Juventus. «Hanno riconosciuto il nostro buon lavoro dei primi mesi — ha detto Pioli sull’incontro — apprezzato lo spirito e l’attaccamento, ma hanno anche sottolineato che questo ultimamente è venuto meno. Ci hanno richiamato alle nostre responsabilità, ricordandoci l’importanza delle varie maglie che indossiamo».