Corriere Fiorentino

Quel tarlo in testa che rode e la paura che frena le gambe

Dagli 8 risultati utili alla crisi: chi immaginava una classifica così?

- Di Alessandro Bocci Michela Lanza

Qual è il tarlo che rischia di far sprofondar­e la Fiorentina all’inferno? Capire le ragioni della crisi scoppiata dopo la pausa invernale è persino più importante della delicatiss­ima trasferta a Bologna, in questo derby dell’Appennino minore. Per la verità le due cose vanno a braccetto. Il momento è delicato. Ieri è stata una giornata campale: prima i tifosi hanno parlato con i giocatori dentro il Franchi poi i fratelli Della Valle si sono presentati a sorpresa nel ritiro di Bologna per dare la scossa e cercare di rassicurar­e un gruppo apparso in confusione.

La speranza è che Pioli abbia capito le ragioni dello sbandament­o e trovato le contromisu­re. La Fiorentina ha chiuso la prima parte della stagione in rimonta, con una serie di otto risultati utili anche se poi nel calcio da tre punti sei pareggi sono tanti, troppi. Ma ora sembra di essere tornati all’inizio di agomento sto, cioè nel marasma. La Fiorentina ha mollato di schianto sia a Genova nello scontro diretto per l’Europa sia in casa contro il Verona, che veniva da quattro sconfitte consecutiv­e. E allora, cosa è successo? A Marassi la Viola ha tenuto botta sino all’1-0 ma dopo il grave errore di Babacar, che ha avuto la palla dell’1-1, si è avvitata su se stessa. E con l’Hellas, Simeone si è mangiato l’1-0 prima che Vukovic facesse prendere una piega diversa alla partita.

Allora, problema di testa o di gambe? Zero punti, due gol fatti e sette subiti i numeri che ci hanno allontanat­o definitiva­mente dalla zona europea e che rischiano di farci paura. Così si torna al punto di partenza. Il tarlo che ci rode. La Fiorentina non sarà una squadra di fenomeni, ma neppure da essere presa a pallonate dalla penultima in classifica.

Forse la rimonta, dopo l’inizio tribolato, è costato troppe energie psicologic­he. O forse, improvvisa­mente, la squadra si è sentita grande, ha pensato di aver svoltato e di aver im- boccato la strada verso il paradiso.

Bologna è un crocevia importante. La partita è difficile perché gli emiliani, che hanno rimediato tre sconfitte nelle ultime quattro uscite, possono sorpassare i viola in classifica dando pepe al derby. L’affrontera­nno senza l’infortunat­o Verdi, il loro miglior giocatore, ma in questo mo- le statistich­e e le formazioni hanno un peso marginale. Conta l’atteggiame­nto. La sensazione è che il primo nemico della Fiorentina, sia la Fiorentina stessa. I tifosi non hanno chiesto la luna, ma solo che la squadra tornasse a lottare dal primo all’ultimo minuto. E anche in società si stanno facendo delle domande.

Certi patimenti erano stati messi in preventivo, ma nessuno si immaginava una classifica così precaria. Da due partite a questa parte il mondo viola si è capovolto. Pezzella, sino adesso l’acquisto migliore, peraltro squalifica­to a Bologna, è stato tra i peggiori sia contro la Samp che con il Verona. Stesso discorso per Veretout, che ha saltato Marassi per squalifica e Simeone, che dopo aver gelato l’Inter si è fermato. Pioli è parso sereno. Ma il ritorno a Bologna, dove ha lasciato molti rimpianti, se lo immaginava in un altro modo. Ora anche lui sa che non si può più sbagliare. dell’incontro al Mandela», aveva detto «Fabione» Turchi il giorno prima della sfida a Balcameda, ricordando il momento in cui ha ricevuto l’applauso dello stadio Artemio Franchi prima della partita Fiorentina-Verona. Ed aveva ragione, perché quando è salito sul ring nella notte tra venerdì e sabato, si è contraddis­tinto per sicurezza, tranquilli­tà e freddezza, al cospetto di un avversario forse non alla sua altezza che ha battuto in scioltezza alla prima ripresa. Queste, invece, le parole del fiorentino il giorno dopo la vittoria, arrivate attraverso una diretta Facebook: «Vi ringrazio tutti per ieri sera, mi avete fatto sentire un grande calore e fiero di essere di Firenze. Sono contento per la vittoria, mi dispiace solo che il match sia durato poco, perché mi sentivo in palla». Ora l’obiettivo è il titolo dell’Unione Europea. Venerdì notte ha sorriso anche Vigan Mustafa, che ha strappato a Nicola Ciriani il titolo italiano dei pesi mediomassi­mi, battendolo per ko al secondo round.

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