Una birra a Bari vecchia E il destino che lavora
Simona viveva a Firenze ma la storia aveva bisogno che si trovasse in un locale di Bari vecchia. Dunque il corso degli eventi percorse i vicoli e la depositò in questo locale di Bari vecchia. Lì incontrò un’amica che le disse: «Questo è Carlo». Indicava un ragazzo. Anche lui era stato condotto lì dal corso degli eventi, ma in quel caso era stato più semplice perché viveva a Bari. Si guardarono. «Che fai?» le chiese. «Sono laureata in biologia e lavoro all’Università di Medicina a Firenze». C’era qualcosa di entusiasmante in queste parole e nel modo in cui le aveva pronunciate, una sfumatura seducente. Allora il giorno dopo lui chiamò l’amica comune, uscirono in tre e lui disse all’amica comune, in modo che sentisse anche Simona; «Io la tua amica me la sposo». Però non è che potevano iniziare una storia sposandosi, come nei tempi antichi, iniziarono dunque in modo normale. Simona risalì a Firenze e instaurarono un rapporto pendolare anche perché lei, avendo i genitori a Bari, tornava spesso. Un giorno Simona disse: «Sto prendendo in seria considerare l’idea di tornare a vivere a Bari». Immaginava il sorriso di lui, che invece non arrivò. «Perché fai quella faccia? La cosa ti lascia indifferente?». Non era indifferenza, anzi. Carlo aveva appena saputo che nel giro di poco avrebbe perso il lavoro. Era confuso, un po’ agitato. La sua priorità era trovare un altro lavoro e per trovarlo era disposto a trasferirsi ovunque. «Ovunque?» chiese lei turbata. «Eh, proprio lì: ovunque» rispose lui. Non possiamo continuare la storia con questi presupposti così fragili. Ma più passava il tempo, più si ripeteva di essere sicuro e più si rendeva conto di non voler perdere una persona così bella. Andò a trovarla a Firenze e le disse: «Ho deciso. Vieni a Bari. Io non parto. Affronterò insieme a te le difficoltà». Non aveva nessuna certezza riguardo al futuro, proprio in quel momento provò come un senso di liberazione, si sentì lucido e tranquillo. Era privo di lavoro, ma forse sentiva che il destino stava lavorando per lui. Che fosse il destino o il caso, gli arrivò una proposta: rilevare una quota societaria del locale dove si erano conosciuti. Probabilmente un segno, di sicuro una possibilità. Accettò e per qualche anno lavorò nel pub. Carlo era così calmo e sereno, anche tra mille clienti in tempesta, che Simona vide in lui un qualche tipo di antica saggezza mediterranea. A volte poteva sembrare indifferente rispetto alle questioni del mondo, ma era affidabile quando si arrivava alle cose che contano. Durante un viaggio in macchina da Firenze le chiese di sposarsi, lei disse di sì e nacque una bambina che si chiama Ginevra.