Indagine tra le macerie d’Italia
Leonardo Gori e l’ultima avventura del colonnello Arcieri: da Piazza Fontana al rapimento Moro, nella Toscana anni Settanta un misterioso agente della Cia mette in guardia sulla strategia della tensione
Sta invecchiando il colonnello Bruno Arcieri. Vicino ai 70 non ha più voglia di lavorare nei servizi segreti. Ha visto troppe cose nella sua carriera. Ma l’ultima è stata la più orrenda: si trovava a Milano il 12 dicembre del 1969, ha visto la voragine aperta dalla bomba alla Banca dell’Agricoltura, ha udito le grida e i lamenti dei superstiti. Ha capito che quello era l’inizio di un nuovo capitolo dell’interminabile guerra fredda, in cui al posto dei complessi giochi di intelligence e controspionaggio stava subentrando la politica delle stragi. Quella che sarà chiamata strategia della tensione. Mentre polizia magistratura e giornali battono la pista anarchica, lui riceve da un agente Cia un dossier che smentisce i frettolosi pseudorisultati delle indagini e rivela un disegno occulto, l’intenzione di impedire nel Paese una svolta a sinistra. Due anni prima, nel ‘67, era toccato alla Grecia con il golpe dei colonnelli, ora dovrebbe essere il turno dell’Italia, e gli attentati e il terrore servono proprio a rendere possibile il piano eversivo. Arcieri deve solo consegnare le carte del dossier al maggiore Bertini, a Roma. E tornarsene libero pensionato a Firenze, alla trattoria di via de’ Bardi dove lavorano i giovani della comune suoi amici, e dovrebbe raggiungerlo Marie, la sua compagna francese. Ma un nuovo incarico lo attende (Bertini gli assicura che sarà l’ultimo): deve incontrare l’agente Cia dal nome in codice Zero e capire se è affidabile.
Con L’ultima scelta (Tea), ottavo capitolo della saga di Bruno Arcieri, Leonardo Gori ci racconta l’Italia del 1970, un paese che deve scoprire l’esistenza di servizi deviati, di trame occulte, di un assalto allo Stato che insanguinerà quindici anni della nostra storia. Ma ancora oggi, a così tanti anni di distanza, «la verità è una pietruzza indistinguibile in una montagna di inganni». Arcieri, comunque, prova a indagare. L’agente Zero segnala l’esistenza di un piano per rapire e uccidere un im- portante uomo politico che vuole allargare la maggioranza fino a includere il Pci.
Se si riuscirà a bloccare i terroristi in anticipo e a interrogarli, si potrebbero smascherare i corpi deviati e trovare per conto di chi agiscono. Arcieri si trova confinato in una villa semi-diroccata vicina a Siena, dove la sua amica di un tempo, Nanette, tiene un pensionato per giovani studentesse straniere. È lì che avvengono gli incontri con l’agente Zero, sotto la sorveglianza di Daniele, un ex repubblichino di Salò che negli anni ha aiutato Arcieri. Fra le carte di Zero, ci sono anche dei biglietti per Arcieri inviati dalla donna amata tanti anni prima, Elena Contini, la ragazza ebrea di Firenze che avevamo incontrato in Nero di maggio (2010) e che ora, forse, vive in Israele.
Nuove ombre si aggiungono al racconto, Arcieri si sente in trappola, non si fida di nessuno e meno che mai dell’agente Zero. E intanto è visitato dai ricordi del passato, amori finiti, amici scomparsi, personaggi la cui identità è rimasta enigmatica.
Da quasi vent’anni dura la complicità fra Gori e Arcieri, da Nero di maggio quando ancora Bruno era un capitano dei Carabinieri durante la visita, maggio 1938, di Hitler a Firenze. Capita così, si dice, tutte le volte che un personaggio diviene seriale, protagonista di avventure che si svolgono lungo un numero più o meno vasto di libri. A un certo momento, Arcieri sembrava essere scomparso, fra il 2008 (Musica nera) e il 2015 (Il ritorno del colonnello Arcieri), quando riappare a Parigi nei giorni del maggio ‘68. E poi, in fuga, troverà a Firenze l’aiuto del commissario Bordelli, la creatura dell’amico scrittore Marco Vichi. Complicità, dicevamo, perché Gori ammira l’integrità morale del suo agente dei servizi, antifascista convinto, nemico degli intrighi che dopo la caduta del regime hanno continuato ad avvelenare la vita della Repubblica. Ma è l’uomo Arcieri che piace a Gori. Amante della buona cucina, una passione per il jazz, Bruno ora apprezza anche Jimi Hendrix, ma anche le musiche psichedeliche di Arthur Brown che Jennifer, una hippy incontrata a Roma, suona alla chitarra. Sempre in cerca del grande amore, continua a sentirsi giovane anche se i quattro piani in via Ricasoli cominciano a pesargli.
Va in pensione Arcieri. Eppure dovrebbe sapere che le spie possono essere sempre richiamate in servizio, come succede a George Smiley che ora, in Un passato da spia di Le Carré, dovrà rispondere di un’operazione finita tragicamente sotto il Muro di Berlino.
Dopo la strage La polizia indaga sugli anarchici ma l’agente Zero ha un dossier che rivela disegni occulti
Isolato Il protagonista è confinato in una villa a Siena, tra studenti e incontri segreti