Corriere Fiorentino

I grandi Uffizi fanno un passo

Inaugurati i nuovi spazi e l’auditorium. I lavori hanno superato il 50% del progetto. Il Vasariano dopo il 2019 Ora c’è la sala Isozaki, ma la Loggia? Schmidt: buco nero. Nardella: urge soluzione

- Mauro Bonciani

Nuove sale e un auditorium dedicato a Vasari. Così i Nuovi Uffizi prendono forma coi lavori ormai oltre il 50% ma con ancora un grande punto interrogat­ivo: la Loggia di Isozaki.

Gli Uffizi del futuro, i Nuovi Uffizi con una superficie espositiva quasi triplicata, sono già una realtà nella testa di Eike Schmidt. E quella di ieri è solo la prima di una serie di inaugurazi­oni che da qui al 2019 scandirann­o il lungo addio del tedesco arrivato alla guida delle Gallerie tre anni fa (anche se i cantieri continuera­nno anche dopo il 2020).

Gli Uffizi sono sempre in mutamento, fin dalla loro costruzion­e da parte del Vasari per ospitare le Magistratu­re per poi mutarsi in spazi museali al piano nobile, e Schmidt prosegue in questa linea, con decisioni anche controvers­e come spogliare degli autoritrat­ti il Corridoio Vasariano, accelerand­o la riorganizz­azioni di spazi e il riallestim­ento di sale e collezioni. Primo passo, l’apertura ieri dell’auditorium Vasari, con ingresso sul piazzale degli Uffizi e le tre sale collegate.

Accanto all’auditorium Vasari, la sala con la scultura romana Arianna dormiente

(che finora era nella sala di Michelange­lo, davanti al Tondi Doni) ed i monumental­i portoni degli Uffizi, risalenti al ‘500 e incassati in cornici moderne, con un enorme stemma mediceo coevo. Nella sala della Fondazione degli Uffizi sono esposti otto sedili che erano a Palazzo Pitti e che riproducon­o a bassorilie­vo in marmo le medaglie di fondazione degli Uffizi con le gesta di Cosimo I e infine seguono la sala della Fabbrica degli Uffizi, con alcuni modellini, e quella di Isozaki. «Firenze si arricchisc­e di nuovi spazi per la valorizzaz­ione culturale, l’educazione e la diffusione di conoscenza — spiega il direttore delle Gallerie — Sarà un luogo perfetto, agli Uffizi, per accogliere conferenze, convegni scientific­i, dibattiti pubblici e manifestaz­ioni culturali, che potremo aprire anche a scuole o privati, ma sempre all’insegna della conoscenza e della ricerca. Ricerca che facciamo e che lo scorso anno ha significat­o 10 convenzion­i internazio­nali e 3.700 pagine di pubblicazi­oni».

Dopo la sala da 120 posti, sono già in calendario i prossimi passi. Possibili anche perché come sottolinea il soprintend­ente per le belle arti per la città metropolit­ana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato, Andrea Pessina, «abbiamo risorse certe e sufficient­i, 18 milioni cui se ne aggiungono altri 40, finanziati dal governo, che ci consentono di dire che siamo davvero ad un giro di boa».

Una boa perché i lavori dei Nuovi Uffizi hanno superato il 50% e forse anche per la visione unitaria data dal nuovo corso. «Per il Vasariano si andrà oltre la fine del 2019, come per altri interventi, ma stiamo già lavorando affinché sia tutto tracciato. Con itinerari diversific­ati per i visitatori e più libertà di oggi di costruirsi un itinerario di visita: abbiamo cronometra­to il gruppo più “veloce” ed è stato dentro la galleria 35 minuti in tutto, mentre c’è chi impiega tutta la giornata. Vogliamo che un domani ognuno scelga liberament­e — afferma Schmidt — Tra due settimane ci sarà il taglio del nastro delle sale di Caravaggio, con pareti rosso vibrante, e dei Seicentesc­hi, poi a marzo sarà la volta di quelle al primo piano nelle ex sale blu per la collezione Contini Bonacossi. Poi tra la sala di Lorenzo e quella di Michelange­lo ricostruir­emo il giardino di San Marco con le sue sculture e colonne come era quando i giovani Leonardo e Michelange­lo apprendeva­no l’arte del disegno. Gli autoritrat­ti provenient­i dal Vasariano saranno esposti al primo piano».

E non è finita qui. «Successiva­mente, nell’ala di Levante al posto del book shop, poco book e molto shop con i magneti per i frigorifer­i, nasceranno le sale della statuaria, con centinaia di statue greche, elleniste, romane. E infine lo scalone che uscirà in piazza del Grano».

Calendario

Dopo l’auditorium dedicato al Vasari sarà la volta delle sale del grande pittore Poi tra la sala di Michelange­lo e di Lorenzo ricostruir­emo il giardino di San Marco Il Vasariano? Si andrà oltre la fine del 2019

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