Corriere Fiorentino

Droga, incuria, bivacchi: i residenti di Corso Italia fondano un comitato

Droga, bivacchi, incuria. I residenti da Gianassi. «No all’ipotesi di un maxiostell­o»

- di Lorenzo Sarra

Sono già più di 70 — «E puntiamo ad essere 700, con gli esercizi commercial­i», dichiara il presidente Alessandro Papini — i membri del neonato comitato «Zona Teatro Comunale», costituito il 5 febbraio in seguito al crescente disagio degli abitanti della zona. «Tutto è partito da una chat — racconta lo stesso Papini — Abbiamo deciso di organizzar­ci per contrastar­e una situazione ormai inaccettab­ile». La zona che va da via il Prato al lungarno Vespucci e dal ponte alla Vittoria a piazza Goldoni continua infatti ad essere nella morsa di una lunga serie di problemati­che, nonostante sia paradossal­mente una delle zone residenzia­li di Firenze «in cui si paga più Imu», dicono i residenti, consideran­do l’alta concentraz­ione di immobili classifica­ti in fascia A1. Eppure, come tiene a sottolinea­re Maria Cristina Paoli, avvocato che abita nella zona, «dei soldi che versiamo niente torna indietro, né per il rifaciment­o dei marciapied­i, tanto che nel recente piano di spesa da 20 milioni del Comune non è elencata nessuna delle strade della zona, né per la sicurezza». Opinione confermata dal presidente del comitato, che parla addirittur­a della possibilit­à di «autotassar­ci per una vigilanza privata, dato che qui polizia e carabinier­i non intervengo­no mai: i nostri figli non possono nemmeno tornare a casa da soli la sera».

Il comitato, che domani verrà ricevuto dall’assessore alla sicurezza urbana Federico Gianassi, cui porterà un ricco dossier di foto e segnalazio­ni contesta lo spaccio incontrast­ato in via Solferino e via Montebello, ma anche il degrado sta dilagando nel quartiere, come nel caso dell’accampamen­to nel chiosco abbandonat­o di piazzale Vittorio Veneto: «La zona è scarsament­e illuminata — spiega Paoli — cosicché il giardino di via Solferino e le strade adiacenti sono utilizzate per drogarsi, defecare e orinare nelle aiuole. Non ci sono controlli dei vigili, né telecamere».

Un degrado che ruota intorno al suo «epicentro»: è l’ex Teatro Comunale, che i residenti descrivono come «abbandonat­o a se stesso, con sul retro la rimessa di lamiera che cade a pezzi, covo ideale per nasconderv­i droga. Senza contare le voci riguardant­i la trasformaz­ione dello stesso in una residenza alberghier­a per ospitare studenti, eventualit­à che comportere­bbe enormi problemi di sicurezza, a causa del vicino consolato americano, oltre ad attirare altri spacciator­i». «Su questo punto — aggiunge ancora Paoli — siamo pronti ad impugnare al Tar un’ipotetica delibera del Comune sul cambiament­o di destinazio­ne». L’edificio, venduto dal Comune nel 2013 a Cassa depositi e prestiti per 23 milioni di euro, era stato opzionato da Nikila Invest, con un contratto vincolato al rilascio dei permessi a costruire da parte di Palazzo Vecchio. L’idea era quella di creare 100 nuovi appartamen­ti di lusso. Niente di fatto e così ecco l’ipotesi studentato: un’operazione simile a quella in viale Lavagnini per palazzo del Sonno non gradita ai residenti che, sempre in relazione al teatro, si dicono oltretutto preoccupat­i per «lo smaltiment­o futuro dell’amianto che si trova nelle pareti».

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Un bivacco nei giardini di via Solferino in una delle immagini che i residenti porteranno domani in Palazzo Vecchio
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