Corriere Fiorentino

Cr Firenze, il marchio resta per nove anni Ma il Cda scompare

Il piano taglia-costi di Intesa Sanpaolo, ultimo atto della maxi fusione di dodici istituti

- di Silvia Ognibene

Entro fine anno Banca Cr Firenze sarà definitiva­mente integrata nella capogruppo Intesa Sanpaolo. Per la cassa di risparmio fondata nel 1829 è l’ultimo atto di un percorso avviato dieci anni fa, come ha spiegato ieri il Ceo del gruppo, Carlo Messina, presentand­o il nuovo piano d’impresa che contiene le strategie future della banca. Per clienti e dipendenti non cambierà sostanzial­mente niente e anche il marchio verrà per il momento mantenuto: sicurament­e resterà sulle insegne per i prossimi nove anni, come previsto dall’accordo fatto da Intesa Sanpaolo con la Fondazione Cr Firenze (che del colosso bancario detiene ancora il 2,04%) nel maggio scorso, quando l’ente di via Bufalini vendette le azioni della ex banca conferitar­ia ancora in suo possesso (il 10,26% del capitale, per un controvalo­re di oltre 182 milioni di euro). Trascorso questo termine, conterà quanto il marchio è capace di generare valore. A questo proposito, ieri Messina ha spiegato che «saranno i clienti a decidere. Dipenderà se riconoscon­o il maggior valore del marchio Intesa Sanpaolo rispetto a quello del marchio locale. Se risulterà che c’è invece maggior valore nel marchio locale lo manterremo».

A sparire, con la cancellazi­one della persona giuridica, saranno il Cda e il Collegio sindacale di Cr Firenze: l’operazione rientra nella strategia di contenimen­to dei costi perseguita da Intesa Sanpaolo. La stessa sorte riguarda la Cassa di risparmio di Pistoia e della Lucchesia. Le banche che verranno fuse nella capogruppo entro il 2018 (con un possibile slittament­o al 2019 di Banca Prossima e Banca Imi) sono complessiv­amente dodici e l’operazione di integrazio­ne si inserisce in una più ampia revisione del ruolo delle banche dei territori, in parte avviata già con il precedente piano d’impresa.

Le due banche toscane, infatti, già facevano parte di questa divisione che racchiude marchi locali e banche specializz­ate: da tempo facevano capo alla direzione regionale di Intesa Sanpaolo per le decisioni operative e questa struttura non cambierà. Anche perché l’apporto delle banche territoria­li è stato di grande rilevanza per i livelli di redditivit­à raggiunti da Intesa Sanpaolo che con il nuovo piano d’impresa (il cui orizzonte è il 2021) punta a diventare la banca leader in Europa e a generare un utile netto a fine piano pari a 6 miliardi di euro, con una generosa politica di dividendi che promette di far felici i soci, Fondazione Cr Firenze compresa. Quel che cambierà per i clienti, quindi, è da ricercare nelle linee guida illustrate ieri a Milano piuttosto che nella sparizione del Cda della ormai fu banca Cr Firenze: più che la nostalgia per la formella con San Giovanni Battista, conterà la decisione di riorganizz­are le filiali chiudendon­e 1.100 (non si sa ancora quante e quali in Toscana), aumentando dimensioni e orari di apertura nelle piazze principali e sostituen- dole, invece, con presidi più piccoli, come quelli costituiti dalle cosiddette «banche dei tabaccai» acquisite due anni fa, nei luoghi ritenuti meno strategici. Per i dipendenti i cambiament­i arriverann­o dal piano che prevede l’uscita volontaria di 9 mila persone, secondo un accordo già annunciato con i sindacati, a fronte di almeno 1.650 assunzioni e dalla strategia di «riconversi­one» di almeno 5 mila persone che saranno impiegate prevalente­mente sulla rete commercial­e.

Dall’altra parte, i clienti troveranno in banca figure nuove, come gli esperti di prodotti assicurati­vi (30 mila dipendenti riceverann­o una formazione specifica) ai quali Intesa Sanpaolo affida il proprio obiettivo di diventare leader europeo nei servizi di wealth management. E se gli obiettivi annunciati ieri da Carlo Messina si concretizz­eranno tutti (riduzione dei costi, elevata patrimonia­lizzazione, basso rischio senza oneri straordina­ri per gli azionisti, alta redditivit­à e creazione di valore), almeno in via Bufalini la nostalgia per il caro San Giovanni sparirà in fretta, «medicata» da una generosa politica di dividendi per i soci.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Giuseppe Morbidelli, presidente di Banca Crf. Sopra, la sede di Novoli
Giuseppe Morbidelli, presidente di Banca Crf. Sopra, la sede di Novoli

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy