A Pisa la sinistra teme un ‘68 alla rovescia
Il 7 febbraio 1967, 51 anni fa, gli studenti della Sapienza di Pisa occuparono l’università. Fu la scintilla che portò al ‘68. E stasera il Pd avvia gli incontri politici alla ricerca di una nuova intesa e di un sindaco di centrosinistra.
Per salvare proprio l’identità rossa di Pisa che affonda le radici nel ‘68. Non sarà facile. Il 2013, quando il sindaco Marco Filippeschi, Pd, vinse al primo turno con il 53%, appare lontano. «Il centro sinistra ha due nemici: il ballottaggio, in cui solitamente soccombe, e l’astensionismo», mette in guardia l’ex sindaco Paolo Fontanelli, leader di Liberi e Uguali. Anche il segretario del Pd Matteo Renzi è preoccupato. A tal punto che ha depennato Federico Gelli dalla lista dei candidati alla Camera. L’interessato ci è rimasto male. «Federico, abbiamo bisogno di te a Pisa», gli ha spiegato Renzi. E Gelli: «Matteo, cerca di capire, io…». Renzi: «Sarai il nostro candidato a sindaco». Fine della discussione. Cattolico, ex vice presidente della Regione, dal 2013 parlamentare, Gelli, 55 anni, sta riflettendo se tornare a fare il medico oppure accettare il diktat di Renzi: «O sindaco o niente».
«Federico è l’unico in grado di unire il centrosinistra. Farò di tutto per convincerlo a candidarsi», sostiene Antonio Mazzeo. Che da collaboratore di Gelli è divenuto l’altro leader del Pd pisano. Quello più vicino a Renzi. La spinta per convincere Gelli cresce. Dentro e fuori il Pd. Fontanelli non fa mistero di preferirlo ad altri candidati pd. Stessa grammatica politica, l’uno ex comunista e l’altro ex dc. Echi di una politica in cui i partiti contavano. Basta passeggiare per il corso principale della città, dove svetta l’insegna della Dc. Nella città in cui è nato il ’68, fino al 1972 i sindaci sono stati dc. Poi il ribaltone. Regista un giovanissimo D’Alema: tre consiglieri comunali dc si allearono con il Pci e si formò la giunta guidata dal cattolico Elia Lazzari. Così Pisa anticipò il 68 e il compromesso storico... Da allora la sinistra ha governato la città. Oggi però è in crisi, frantumata, divisa. Così dopo Livorno, che nel 1921 diede i natali al Pci, ora potrebbe perdere Pisa. Due città emblema della storia della sinistra.