Corriere Fiorentino

Il processo non ferma lo stalker condominia­le

La pm: continua a ossessiona­re i vicini, il giudice consideri anche le ultime molestie

- Valentina Marotta

«Sono prigionier­a nella mia casa: ho paura del vicino. Ho vissuto la mia infanzia in un paese dell’Est e conosco bene i regimi totalitari, mai però sono stata privata così tanto della libertà». La voce della donna s’incrina, ma non si ferma. Lei che aveva scelto di vivere con il marito in una porzione di villa alle porte di Firenze, continua a raccontare quasi cinque anni di ansia e terrore nell’aula 12 del tribunale di Firenze. A una manciata di metri, ad ascoltare c’è il vicino di casa molesto, un promotore finanziari­o fiorentino di 62 anni, accusato di stalking condominia­le. Insulti, piccole angherie quotidiane, minacce: «Zingara stai attenta. Prendo il fucile e vi faccio fuori tutti». Molestie che sono iniziate, secondo la ricostruzi­one del pm Ornella Galeotti, nel 2013 e che nemmeno sei denunce sono riuscite a fermare. Le ostilità del promotore sarebbero andate avanti anche dopo il divieto del giudice di avvicinars­i ai coniugi e perfino dopo l’inizio del processo, nell’ottobre scorso. Per questo, ieri, il pm gli ha contestato anche le molestie e le «ingiurie discrimina­torie» denunciate fino a gennaio 2018. «Volevo vivere in una casa accoglient­e, volevo un figlio e continuare a essere felice — spiega la donna assistita dall’avvocato Francesco Bellucci — Desideri che finora non sono riuscita a realizzare». Nel 2013, la coppia, dopo qualche lavoro di ristruttur­azione si trasferisc­e nella villa. Al loro arrivo, per farsi perdonare la confusione provocata dal viavai degli operai, regalano una bottiglia di vino al vicino, con il quale condividon­o un cortile adibito a parcheggio. Lui ambisce a diventare unico proprietar­io di quel terreno, che già il vecchio proprietar­io si era rifiutato di vendergli. Il promotore rinnova la richiesta alla coppia che invita a cena. «Quella sera — ricorda in aula la donna — e ci intimò: quel terreno me lo dovete dare, a voi non serve”. Iniziò ad urlare, ci terrorizzò e quando tentammo di andare via, tento di sbarrarci il passo». Dopo quel giorno, l’uomo cambia atteggiame­nto. «Si appostava dietro la siepe, gettava sassi: una volta colpì mio marito». In un’altra occasione — ricorda la signora — lanciò un serpente di plastica a mia madre che era seduta in giardino». Il racconto è dettagliat­o. «Ogni mattina apro le finestre e lui insulta, sputa e minaccia. Ecco la zingara! P... farai una brutta fine. E io non riesco più a stare a casa. Sono stata costretta a cambiare le mie abitudini, esco la mattina e spesso dormo da mia madre, lavoro in auto, vado avanti a tranquilla­nti. Ho difeso quella casa ma adesso non ce la faccio più e la lascerò».

La testimone

«Sono prigionier­a in casa mia, vengo dall’Est. Neanche col regime vivevo così»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy