Corriere Fiorentino

I segreti dei Bardi, banchieri e mecenati in città

Tra i meriti: il primo vocabolari­o della Crusca, la Specola, le regole del calcio storico

- Ivana Zuliani

Una famiglia di banchieri proprietar­i di una delle più ricche holding d’Europa nel Trecento, di letterati che hanno realizzato il più grande spettacolo multimedia­le del Rinascimen­to, di cardinali con la passione per le carrozze e il cioccolato. Un casato che ha segnato l’arte, l’economia e la politica di Firenze e della Toscana. Ecco i segreti dei Bardi emersi da una ricerca durata quasi vent’anni tra le carte degli archivi di famiglia a Firenze, Vernio e Prato.

«Questo progetto è uno dei primi esempi di ricomposiz­ione di un arcipelago di archivi. È un patrimonio per il futuro, da raccontare alle generazion­i che verranno» ha sottolinea­to Diana Toccafondi, Sovrintend­ente Archivisti­ca della Toscana, presentand­o i risultati nel Complesso di Santa Croce a Firenze (qui si trovano 4 cappelle legate alla famiglia: Cappella Bardi, Bardi di Vernio, Bardi di Mangona e Bardi della Libertà).

«Questo lavoro di studio e inventaria­zione ha permesso di far luce su molti personaggi ed eventi storici» ha spiegato Alessandro Magini, presidente dell’Accademia Bardi, che ha intrapreso la ricerca. Nell’affresco familiare spiccano figure come Contessina, moglie di Cosimo il Vecchio e nonna di Lorenzo il Magnifico, Giovanni Maria, accademico, musicista, mecenate tardo rinascimen­tale, ideatore di alcuni dei più grandiosi spettacoli della corte medicea, gli «Intermedi». Fu lui a scrivere le regole del gioco del calcio fiorentino, come se fossero le parti di una tragedia. Il figlio Pietro, arciconsol­o dell’Accademia della Crusca, coordinò i lavori per la pubblicazi­one del primo vocabolari­o del 1612, il cardinale Girolamo nel 1756 fu camerlengo del Sacro Collegio dei cardinali, ma non dimenticò la sua Contea, Vernio, fondando «uno spedale per gli infermi nella terra di Mercatale». Fu autore anche di una Lezione sul cioccolato, dotta dissertazi­one sul consumo della nuova prelibatez­za importata dalle Americhe. Un omonimo, Girolamo Bardi, è stato l’ultimo reggente della contea di Vernio. Docente universita­rio e membro dell’Accademia dei Georgofili, fondò la Specola e il Pio istituto dei Bardi, la scuola di mutuo insegnamen­to per figli di artigiani.

La famiglia aveva influenze a Greve in Chianti, San Casciano Val di Pesa, Fiesole, Bagno a Ripoli, Montespert­oli, Prato e Vernio, il suo feudo. Ancora oggi qui la prima domenica di Quaresima la Società della Miseria organizza la Festa della Polenta. Ricorda il Sacco di Prato nel 1512 a opera degli Spagnoli, in guerra coi Medici: furono i conti Bardi a salvare la popolazion­e di Vernio distribuen­do polenta di castagne, aringhe e baccalà.

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Santa Croce «Esequie di San Francesco», di Giotto nella Cappella Bardi in Santa Croce

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