Della Vedova non firma il «patto pratese»
Il candidato alla base Pd: a Monti il mio voto più a sinistra. Gelo alla casa del popolo
A fine serata il microfono se lo prende Mario Bensi, presidente dello storico circolo di Coiano. «Della Valle!» urla rivolgendosi al protagonista dell’incontro. Il pubblico, 150 persone stipate nella sala della casa del popolo, crolla in una risata nervosa: è quasi mezzanotte. Bensi si scusa: «Mi perdoni Della Vedova, è stato un laps…». Parte un’altra risata, più distesa. Il confronto tra la base Pd e il candidato del centrosinistra nel collegio uninominale di Prato per la Camera rivela tutta la distanza tra le parti.
Il sottosegretario agli Esteri non si finge «pratese» nemmeno per un minuto. «Sono un valtellinese e non sono del vostro partito. Non verrò certo a vivere qui per la campagna elettorale». Ingoiate il rospo, il rospo sono io. Della Vedova mette le carte in tavola e la platea lo accetta. Ma le differenze sono enormi. «Il voto più a sinistra che abbia mai dato — ammette il candidato — è stato per Mario Monti». Occhi smarriti, gelo fra i militanti. Eppure pochi minuti prima una Giovane democratica si era spinta addirittura a chiamarlo «compagno!».
Della Vedova non raccoglie e rilancia. Le premesse non erano state del resto così concilianti. L’esponente di spicco della lista di Emma Bonino +Europa era stato invitato a Coiano dai Giovani democratici pratesi, che non avevano fatto mistero di mal digerire la scelta del partito nazionale di «paracadutare» sul territorio un candidato non pratese e non Pd. I Democratici volevano risposte concrete, un confronto diretto e la sottoscrizione da parte di Della Vedova di un documento d’intenti prodotto dalla direzione provinciale del partito sulle priorità per la campagna elettorale. «Alternanza scuola-società» e «dignità del lavoro» sono tra i punti fondamentali di questa specie di contratto elettorale. Che Della Vedova, però, non ha firmato. «La sensazione è che non appoggi in pieno la nostra proposta», spiega a margine uno degli animatori della serata.
Il candidato prova a ribaltare il piano, puntando sul nemico comune e sul duello «tra chi vuole una società aperta e chi una società chiusa». Raccoglie un tiepido applauso sugli Stati Uniti d’Europa e sui diritti civili. Ma il lessico e le prospettive delle sue risposte paiono sempre piazzate dall’altra parte del campo rispetto a chi ascolta. «Sarà difficile, ma ti voterò», risolve il presidente del circolo. C’è da capire quanti di quel popolo lo seguiranno: da questo dipende la conquista da parte del centrosinistra dell’ex seggio blindato di Prato.