DECISIONI VERE, NON PROPAGANDA
Un vertice operativo o una parata elettorale? Lunedì sarà a Firenze il ministro dell’Interno Marco Minniti. Già si sapeva che avrebbe firmato con il sindaco Nardella il «patto per Firenze sicura»; giovedì il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha però arricchito il programma annunciando che alle 12 lui e il ministro incontreranno tutti i sindaci toscani del Pd nel teatro Niccolini. Una sovrapposizione politica su un’iniziativa istituzionale. La vicinanza delle elezioni può essere un’arma a doppio taglio. Da una parte può fare emergere con più forza i problemi che nelle nostre città sono in cerca di soluzione; dall’altra può trasformare l’appuntamento in un’occasione di pura, e sterile, propaganda.
La sicurezza è un tema caldissimo, troppo a lungo sottovalutato dal centrosinistra e dai suoi sindaci, Renzi compreso, quando era a Palazzo Vecchio: la voglia di non raffigurare l’Italia e le sue città come ripiegate su se stesse si è spesso tradotta in eccesso di ottimismo.
Il tema è davvero caldissimo per il legame con l’emergenza immigrazione. E non solo, come dimostrano i colpi di pistola sparati ieri sui passanti da un delinquente italiano a Pisa. Sicurezza è difendere le nostre comunità dal terrorismo, prima di tutto, ma anche far sentire i cittadini meno soli con le loro paure. E parliamo soprattutto delle fasce più deboli della popolazione, di chi non può contare su protezioni a pagamento né su alti muri di cinta. Furti, rapine. Subite perfino con il timore che ogni moto di insofferenza possa essere bollato come razzismo. Che dire dell’assedio degli stranieri intorno a piazza dei Miracoli, nella stessa Pisa? Non c’è metro di strada in cui si possa parcheggiare senza sentirsi costretti a versare l’obolo a questi ragazzi che di questo, abusivamente, vivono. Ma da anni! E poi ci sono i centri storici, le notti insonni per la malamovida, l’alcol che scorre a fiumi e abbassa le difese dei più deboli. Le ragazze innanzitutto. Lo si è visto anche nel caso dello stupro che sarebbe stato consumato in un locale di via Pandolfini, a Firenze. Il questore Intini lo ha chiuso per 30 giorni annunciando multe pesanti per l’abuso di alcol. Linea dura, dunque. Ma durerà? E, soprattutto, ci sono le condizioni (normative, legislative, culturali) perché la battaglia sia vinta?
Il ministro Minniti si è fatto apprezzare per la svolta impressa sul fronte degli sbarchi di profughi, che in Sicilia sono drasticamente diminuiti.
È stato il primo ministro del centrosinistra a manifestare l’esigenza di una vera politica dell’immigrazione per il nostro Paese, fatta non solo di principii ma anche di scelte concrete. Significa tenere insieme spirito di accoglienza, senso di umanità, anche gratitudine per tutti gli immigrati che qui lavorano e faticano onestamente, e il bisogno di una massima vigilanza sul rispetto della legalità, che è l’unica difesa della gente comune. Dopo il raid razzista di Macerata il Pd avrebbe dovuto rappresentare la propria visione della convivenza, a tutto tondo. Diritti e doveri. Non è successo. Un’altra occasione perduta in uno scenario dominato dai bellicismi leghisti. Speriamo che lunedì sia una giornata di svolta. Grazie alla franchezza di chi vive e rappresenta un territorio e chi ci abita, al di là delle preferenze politiche. «Parleremo di sicurezza a testa alta», ha promesso Renzi. Era meglio dire «a occhi aperti, e senza veli».