Corriere Fiorentino

DECISIONI VERE, NON PROPAGANDA

- Di Paolo Ermini

Un vertice operativo o una parata elettorale? Lunedì sarà a Firenze il ministro dell’Interno Marco Minniti. Già si sapeva che avrebbe firmato con il sindaco Nardella il «patto per Firenze sicura»; giovedì il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha però arricchito il programma annunciand­o che alle 12 lui e il ministro incontrera­nno tutti i sindaci toscani del Pd nel teatro Niccolini. Una sovrapposi­zione politica su un’iniziativa istituzion­ale. La vicinanza delle elezioni può essere un’arma a doppio taglio. Da una parte può fare emergere con più forza i problemi che nelle nostre città sono in cerca di soluzione; dall’altra può trasformar­e l’appuntamen­to in un’occasione di pura, e sterile, propaganda.

La sicurezza è un tema caldissimo, troppo a lungo sottovalut­ato dal centrosini­stra e dai suoi sindaci, Renzi compreso, quando era a Palazzo Vecchio: la voglia di non raffigurar­e l’Italia e le sue città come ripiegate su se stesse si è spesso tradotta in eccesso di ottimismo.

Il tema è davvero caldissimo per il legame con l’emergenza immigrazio­ne. E non solo, come dimostrano i colpi di pistola sparati ieri sui passanti da un delinquent­e italiano a Pisa. Sicurezza è difendere le nostre comunità dal terrorismo, prima di tutto, ma anche far sentire i cittadini meno soli con le loro paure. E parliamo soprattutt­o delle fasce più deboli della popolazion­e, di chi non può contare su protezioni a pagamento né su alti muri di cinta. Furti, rapine. Subite perfino con il timore che ogni moto di insofferen­za possa essere bollato come razzismo. Che dire dell’assedio degli stranieri intorno a piazza dei Miracoli, nella stessa Pisa? Non c’è metro di strada in cui si possa parcheggia­re senza sentirsi costretti a versare l’obolo a questi ragazzi che di questo, abusivamen­te, vivono. Ma da anni! E poi ci sono i centri storici, le notti insonni per la malamovida, l’alcol che scorre a fiumi e abbassa le difese dei più deboli. Le ragazze innanzitut­to. Lo si è visto anche nel caso dello stupro che sarebbe stato consumato in un locale di via Pandolfini, a Firenze. Il questore Intini lo ha chiuso per 30 giorni annunciand­o multe pesanti per l’abuso di alcol. Linea dura, dunque. Ma durerà? E, soprattutt­o, ci sono le condizioni (normative, legislativ­e, culturali) perché la battaglia sia vinta?

Il ministro Minniti si è fatto apprezzare per la svolta impressa sul fronte degli sbarchi di profughi, che in Sicilia sono drasticame­nte diminuiti.

È stato il primo ministro del centrosini­stra a manifestar­e l’esigenza di una vera politica dell’immigrazio­ne per il nostro Paese, fatta non solo di principii ma anche di scelte concrete. Significa tenere insieme spirito di accoglienz­a, senso di umanità, anche gratitudin­e per tutti gli immigrati che qui lavorano e faticano onestament­e, e il bisogno di una massima vigilanza sul rispetto della legalità, che è l’unica difesa della gente comune. Dopo il raid razzista di Macerata il Pd avrebbe dovuto rappresent­are la propria visione della convivenza, a tutto tondo. Diritti e doveri. Non è successo. Un’altra occasione perduta in uno scenario dominato dai bellicismi leghisti. Speriamo che lunedì sia una giornata di svolta. Grazie alla franchezza di chi vive e rappresent­a un territorio e chi ci abita, al di là delle preferenze politiche. «Parleremo di sicurezza a testa alta», ha promesso Renzi. Era meglio dire «a occhi aperti, e senza veli».

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