L’ARBITRO PROPRIO NON VAR
Cinque minuti per assegnare o no un rigore è un tempo infinito nel calcio che va a mille all’ora. Ma possibile che — nonostante ciò — Fabbri e Di Fiore (gli arbitri al Var) non siano riusciti ad aiutare Guida (l’arbitro in campo) a prendere la decisione giusta? Misteri della tecnologia applicata al pallone. Il fuorigioco con cui è stato giustificato il dietrofront sul rigore, inizialmente assegnato ai viola, è dubbio: il tocco di Alex Sandro è intenzionale o involontario?
La valutazione, dunque, spettava a Guida, che avrebbe dovuto quanto meno andare a vedere le immagini del Var. Ma non lo ha fatto. E cosa dire del fallo di reazione di Lichtsteiner su Chiesa punito, pochi minuti dopo l’eterna attesa col pallone sul dischetto, solo con un’ammonizione? Non c’è dubbio: l’arbitraggio ha condizionato una partita che la Fiorentina ha giocato benissimo nel primo tempo (palo di Gil Dias e bianconeri che non sono riusciti a tirare in porta nemmeno una volta) e che ha continuato a tenere in pugno fino al gol del fischiatissimo ex (Bernardeschi è stato favorito da una barriera sistemata malissimo da Sportiello). L’enorme divario tecnico tra la Fiorentina e la Juventus non si è palesato ieri sera al Franchi. Pioli è riuscito a imbrigliare il gioco di Allegri e solo la sfortuna e le decisioni (discutibili) dell’arbitro hanno impedito che il risultato finale prendesse una piega diversa dai pronostici della vigilia. Per gran parte della partita Chiesa e compagni hanno messo in difficoltà una squadra che vince da nove partite consecutive in campionato (undici se si considera anche la Coppa Italia). Era una missione (quasi) impossibile, ma la Fiorentina ci ha provato fino all’ultimo minuto (Buffon si è ricordato di essere Buffon su Thereau nel secondo tempo). Può essere questo l’elemento positivo da cui ripartire per un finale di campionato che, con l’Europa oramai troppo distante, deve servire a gettare le basi per uscire dal limbo di questi mesi. L’arrivo di Andrea Della Valle ieri mattina in ritiro è un segnale incoraggiante: scendere dall’Aventino significherebbe ritornare a pensare al futuro. E non è poca cosa di questi tempi...