Corriere Fiorentino

Pagare per riparare il danno evitando il carcere Scontro frontale

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Tecnicamen­te, è la «riforma dell’ordinament­o carcerario». Per chi l’ha voluta — il governo a trazione Pd — uno strumento per velocizzar­e la giustizia, evitare il carcere inutile, risarcire subito le vittime. Per i detrattori — soprattutt­o la Lega, ma anche il M5S — uno «svuota carcere e salva ladri». In realtà, è un tema complesso e variegato che risponde anche ad alcune «condanne» da parte della Corte di giustizia europea sulle condizioni delle nostre carceri. Ma perché lo scontro?

Il motivo di questi giorni è perché un decreto attuativo della legge è passato dalle commission­i di Camera e Senato, che devono dare un parere.

Le polemiche ruotano intorno soprattutt­o a due norme. La prima riguarda la «giustizia riparativa». Cioè, per i reati che vanno valutati dal giudice monocratic­o, lo stesso può chiudere il processo se l’accusato ripara il «danno» fatto. Per i detrattori, un modo per rendere inutile il principio di coazione, la «paura della condanna» che limita i reati. Per i sostenitor­i, la pena in quanto tale distoglie solo il 10% dei possibili criminali, si alleggerir­ebbero i tribunali e i danneggiat­i vedrebbero subito «giustizia», almeno monetaria. Il punto, forse, sono i reati: all’inizio c’erano anche le minacce semplici, uno stalker «leggero», solo sms ad una donna, se l’è cavata con 1.500 euro. Per questo, lo stalking è stato tolto dai reati della giustizia riparativa.

L’altro tema, generale, è quello dell’estensione dell’uso di misure alternativ­e ai condannati: per aumentare l’uso di queste misure, è stata alzata l’asticella, si possono usarle per le condanne fino a quattro anni. Il tutto accompagna­to con misure che aumentino le possibilit­à e gli strumenti di un reinserime­nto sociale di chi ha commesso quei reati.

La norma è stata contestata da destra, soprattutt­o dalla Lega nord, ma anche dal M5S, assieme ad alcuni sindacati della polizia (Sappe per tutti). Il Pd invece, ma anche molte associazio­ni che si occupano di carcere, hanno difeso i provvedime­nti. (M.F.)

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