Pagare per riparare il danno evitando il carcere Scontro frontale
Tecnicamente, è la «riforma dell’ordinamento carcerario». Per chi l’ha voluta — il governo a trazione Pd — uno strumento per velocizzare la giustizia, evitare il carcere inutile, risarcire subito le vittime. Per i detrattori — soprattutto la Lega, ma anche il M5S — uno «svuota carcere e salva ladri». In realtà, è un tema complesso e variegato che risponde anche ad alcune «condanne» da parte della Corte di giustizia europea sulle condizioni delle nostre carceri. Ma perché lo scontro?
Il motivo di questi giorni è perché un decreto attuativo della legge è passato dalle commissioni di Camera e Senato, che devono dare un parere.
Le polemiche ruotano intorno soprattutto a due norme. La prima riguarda la «giustizia riparativa». Cioè, per i reati che vanno valutati dal giudice monocratico, lo stesso può chiudere il processo se l’accusato ripara il «danno» fatto. Per i detrattori, un modo per rendere inutile il principio di coazione, la «paura della condanna» che limita i reati. Per i sostenitori, la pena in quanto tale distoglie solo il 10% dei possibili criminali, si alleggerirebbero i tribunali e i danneggiati vedrebbero subito «giustizia», almeno monetaria. Il punto, forse, sono i reati: all’inizio c’erano anche le minacce semplici, uno stalker «leggero», solo sms ad una donna, se l’è cavata con 1.500 euro. Per questo, lo stalking è stato tolto dai reati della giustizia riparativa.
L’altro tema, generale, è quello dell’estensione dell’uso di misure alternative ai condannati: per aumentare l’uso di queste misure, è stata alzata l’asticella, si possono usarle per le condanne fino a quattro anni. Il tutto accompagnato con misure che aumentino le possibilità e gli strumenti di un reinserimento sociale di chi ha commesso quei reati.
La norma è stata contestata da destra, soprattutto dalla Lega nord, ma anche dal M5S, assieme ad alcuni sindacati della polizia (Sappe per tutti). Il Pd invece, ma anche molte associazioni che si occupano di carcere, hanno difeso i provvedimenti. (M.F.)