Corriere Fiorentino

LA VOCE DEL SILENZIO

- Di Paolo Ermini

Oggi Matteo Renzi e ministri del Pd saranno a Sant’Anna di Stazzema per un omaggio alle vittime della strage nazista e per ribadire l’impegno antifascis­ta. È la risposta al leader della Lega, Matteo Salvini, che parlando dell’anagrafe antifascis­ta voluta dal sindaco di Stazzema Maurizio Verona, come contributo vivo alla memoria, aveva liquidato la questione con una frase sprezzante: «Io farei solo l’anagrafe canina».

Brutto segnale quando in una campagna elettorale ci si scontra sui valori fondanti della Repubblica. In un Paese che chissà per quanto tempo ancora dovrà fare a meno della condivisio­ne di un comune denominato­re tra forze anche opposte, come accade in Germania o in Francia, per non parlare della Gran Bretagna. Salvini aveva mille modi per negare l’adesione all’iniziativa del sindaco Verona, tranne una: insultare i martiri e chi li piange. Avrebbe potuto almeno chiedere scusa, ma non l’ha fatto.

L’aria che si respira in Italia è pesante. Il confronto tra i partiti e i candidati in lizza per il voto del 4 marzo glissa sui problemi reali e predilige la via dello scontro frontale, a suon di slogan e offese. Il raid razzista che ha seminato la paura a Macerata, scatenando violente polemiche e provocando il silurament­o del questore, ha inaugurato un’inquietant­e stagione di odio. Due giorni fa la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, è stata a lungo assediata dai militanti dei centri sociali a Livorno. Sputi, offese, lanci di bottigliet­te. Un’aggression­e in piena regola, il frutto avvelenato di un altro caso scoppiato in Toscana. A Pontedera. Uno dei Comuni che hanno varato il «certificat­o antifascis­ta» da far sottoscriv­ere a chiunque voglia beneficiar­e di spazi municipali. La novità, fatta propria nei mesi scorsi anche da Palazzo Vecchio, ha destato non poche perplessit­à. Come succede ogni volta che si vuole contrastar­e un’idea con provvedime­nti di legge o amministra­tivi anziché con la forza della democrazia, che è palestra di libero confronto. E torna in mente Seneca: non si può fermare il vento con le mani.

Ma che cosa hanno combinato i militanti di Fratelli d’Italia quando a Pontedera hanno chiesto al Comune l’uso di una piazza per una manifestaz­ione e si sono visti presentare il certificat­o antifascis­ta? Lo hanno accettato, riempito e riconsegna­to, però sbianchett­ando la frase sul rispetto del divieto di ricostituz­ione del partito fascista e dell’istigazion­e all’odio razziale. Una provocazio­ne. Per alcuni, probabilme­nte, anche un’ammissione. In ogni caso un assist all’esasperazi­one di un clima già troppo caldo.

Renzi fece coincidere la sua ascesa con la fine di quella sorta di guerra civile politica combattuta per vent’anni dalla sinistra contro Silvio Berlusconi. Ora anche l’ex Cavaliere dovrebbe dare una mano a fermare questa guerriglia che è cominciata lungo i confini della convivenza istituzion­ale. Stazzema, con la sua storia, il suo dolore e i suoi silenzi, è lì, a chiedere rispetto. Contro ogni insulto. E anche contro ogni strumental­izzazione.

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