Corriere Fiorentino

Agli Uffizi di lunedì, nelle sale di Caravaggio

Schmidt: «Inaugurazi­one aperta alla città. In omaggio all’Elettrice Palatina»

- C.D.

Un lunedì mattina diverso si può: senza i mugugni del primo giorno di lavoro dopo il weekend ma in buona compagnia. Anzi ottima: con lo Scudo con testa di Medusa di Caravaggio o col suo Sacrificio di Isacco e il suo Bacco, con Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia Gentilesch­i, con quella pittura piena di cene allegre e soggetti bizzarriss­imi (per parafrasar­e il titolo di una mostra che tre anni fa proprio gli Uffizi dedicarono al pittore olandese) di Gherardo delle Notti, o ancora con quelle di Bartolomeo Manfredi, Rubens e Rembrandt e del magnifico ritratto di Galileo, fattogli da Justus Sustermans quando lui era prigionier­o del Sant’Uffizio a Villa Il Gioiello, per l’occasione esposto con la protezione di una grande teca per evidenziar­ne anche la fattura. L’inaugurazi­one delle nuove otto sale dedicate a Caravaggio e alla pittura del Seicento agli Uffizi, lunedì 19 febbraio, diventa un’occasione di festa ideata per rendere omaggio ai 275 anni dalla morte dell’Elettrice Palatina.

Perché il direttore degli Uffizi, dalle 11,30, dopo una breve presentazi­one del «suo» allestimen­to alla stampa apre le porte delle Gallerie, nel giorno settimanal­e di chiusura, ai fiorentini che avranno piacere di conoscere la sua nuova idea espositiva. Non basta, perché chi si presenterà (sarà invitato a entrare in gruppi di 20/30 persone e subito portato nelle sale al primo piano dell’ala di Levante) avrà come interlocut­ori lo stesso Schmidt, la responsabi­le agli Uffizi della pittura del ’500, Francesca De Luca, quelle della pittura del ‘600 Matilde Simari e Anna Bisceglia e Antonio Godoli, l’architetto che ne ha curato l’allestimen­to. «Sono felice di invitare i fiorentini a conoscere questa parte della collezione degli Uffizi. Per la prima volta vedranno tutte le pitture del ‘600 esposte insieme. Sono state spostate dalle sale degli stranieri le tele coeve a quelle dei nostri Caravaggio e Gentilesch­i». L’idea di Schmidt è quella di destruttur­are la precedente logica espositiva, quella che ci aveva abituati a frequentar­e l’arte di maestri non italiani collocando­la anche concettual­mente in zone separate: le sale Blu con opere di fiamminghi, olandesi e spagnoli allestite nel 2011. «Oggi — dice Schmidt — vedremo insieme le scuole del XVII secolo e le loro influenze reciproche».

Le opere verranno tutte sistemate su pareti che tornano a essere di colore bianco. E quelle più di pregio, come è già accaduto nella sala dedicata a Botticelli, saranno poste in sorte di teche create da rientranze ricavate sui muri e dunque coperte da vetri protezione anti-riflesso.

Seicento superstar

In otto ambienti oltre ai capolavori del Merisi le opere di Manfredi, Rubens e Rembrandt

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Lo Scudo con testa di Medusa di Caravaggio, tra le opere simbolo delle nuove sale

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