Corriere Fiorentino

GLI IMPRESENTA­BILI DELLA SCUOLA

- Di Valerio Vagnoli

Com’era prevedibil­e, il nuovo contratto della scuola è stato siglato prima delle elezioni. I tempi per la firma definitiva forse non ci sono, ma il più è fatto. La missione affidata alla ministra Fedeli, quella di ricucire il rapporto con i sindacati, in particolar­e con i confederal­i, e di recuperare una parte del consenso perduto a causa del malcontent­o suscitato dalla legge 107 (quella della Buona Scuola) tra gli insegnanti, sembra avere avuto successo. Tra le norme più avversate c’erano quelle che davano ai dirigenti scolastici un ruolo di maggior responsabi­lità anche per quanto riguardava la valorizzaz­ione dei docenti e il loro utilizzo all’interno della vita scolastica. Si era anche avviata una strategia finalizzat­a a premiare il merito attraverso un fondo che ciascun dirigente, attenendos­i a dei criteri stabiliti da un comitato di valutazion­e, avrebbe dovuto distribuir­e ai docenti «migliori». Una strategia che in realtà non è in grado di innalzare la qualità media dei docenti. I migliori sono già bravi indipenden­temente dall’elemosina premiale, che inoltre rischia di creare frustrazio­ne in quei docenti bravi ai quali viene negata. Con le nuove norme contrattua­li, peraltro, una parte del fondo sarà inopportun­amente sottoposto alla contrattaz­ione sindacale.

L’alternativ­a a questa impostazio­ne è duplice: da un lato riconoscer­e il merito di chi fa almeno decorosame­nte il proprio lavoro, una grande maggioranz­a, sanzionand­o finalmente chi non lo fa. Dall’altro creare una possibilit­à di fare carriera all’interno delle scuole, onde permettere, attraverso concorsi e titoli, di accedere a compiti al di fuori dell’insegnamen­to, sempre più necessari se non si vuole sovraccari­care i dirigenti, come attualment­e succede. Nella Buona Scuola c’erano elementi realmente utili nel valorizzar­e la qualità delle nostre scuole, a partire dall’obbligo da parte dei docenti di rimanere almeno per tre anni nelle sedi assegnate per poter garantire la continuità didattica. E finalmente si era pensato a un organico d’istituto, una sorta di organico allargato per avere dei docenti da utilizzare ad esempio per corsi di recupero, divisione delle classi in gruppi, organizzaz­ione di progetti utili ad arricchire l’offerta formativa e altro ancora. Ma anche su questo aspetto, per certi versi quasi rivoluzion­ario, non mancano i soliti limiti: alle scuole vengono assegnati, anziché i docenti richiesti e davvero utili, quelli perdenti posto.

Complicand­o così le cose al dirigente che spesso non sa a che santo votarsi per trovargli qualcosa da fare, salvo le supplenze temporanee (succede per esempio ai tanti docenti di diritto, una delle classi di concorso in forte esubero). Con quanto si prevede nel nuovo contratto, salvo per ciò che concerne l’organico d’istituto, tutte le novità emerse nella Buona Scuola vengono fortemente contenute a partire dal ruolo dei presidi nella gestione del personale, anch’esso d’ora in poi sottoposto a un confronto tra le parti. È senz’altro molto positivo l’aver inserito nel contratto l’obbligo di licenziare i docenti per molestie sessuali e per dichiarazi­oni false, per esempio nelle domande di trasferime­nto. Avrei poi apprezzato che ci fosse stata una maggiore estensione del demerito che, finalmente normato chiarament­e all’interno del contratto nazionale, possa limitare le attuali lungaggini burocratic­he che finiscono per scoraggiar­e anche i presidi più rigorosi dal perseguire chi si comporta male. Il Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabi­lità ha di recente presentato alla ministra una sorta di decalogo in proposito. Entro luglio, si è detto, il contratto verrà integrato con una sezione disciplina­re, in modo da garantire che non ci siano più docenti «impresenta­bili». Non è più accettabil­e che una minoranza di incapaci e neghittosi continui a far danni irreparabi­li, soprattutt­o a quei ragazzi che non hanno alle spalle la possibilit­à di poter recuperare ciò che la scuola non gli garantisce. Sarebbe davvero molto bello che le organizzaz­ioni sindacali se ne facessero apertament­e garanti.

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