Corriere Fiorentino

«Nessuna speculazio­ne, anche questo è sviluppo»

L’INTERVISTA Baroncelli e l’acquisto di uno degli immobili di piazza San Felice: «Anche questo è sviluppo»

- Di Alessio Gaggioli

Parla Lapo Baroncelli, vicepresid­ente di Confindust­ria Firenze e al timone della società che ha rilevato uno dei due palazzi storici in piazza San Felice che diventeran­no strutture per l’accoglienz­a dei turisti. «La nostra non è rendita».

Lapo Baroncelli, 35 anni, vicepresid­ente di Confindust­ria Firenze con delega a smart city e Città metropolit­ana, è al timone della società che ha rilevato dal Demanio uno dei due palazzi di piazza San Felice che saranno trasformat­i in strutture ricettive per turisti. Il suo è al civico 3. È il palazzo del Caffè Bianchi, accanto a quello della farmacia (a cui sarebbe già stato comunicato lo sfratto). Due palazzi ormai vuoti da tempo. Due contenitor­i da risistemar­e e mettere a frutto. Due simboli della città che non c’è più. Caduta sotto l’offensiva della rendita che è arriva fino all’Oltrarno con il dilagare di Airbnb. Il quartiere più cool del mondo secondo i recensori della Lonely Planet. Più cool per chi viene da fuori, non per chi fuori, giorno dopo giorno, è costretto a fuggire.

«Ma guardi, per noi quello dell’identità di Firenze è un tema molto caro. Riguarda il futuro della città. E io le parlo non solo da imprendito­re, ma da cittadino che è nato e vuole continuare a vivere a Firenze. Per questo le dico che il nostro è un progetto imprendito­riale, non è rendita».

Che differenza c’è? Anche voi vi rivolgete solo e soltanto ai turisti.

«C’è differenza tra investire in un immobile e avere un immobile e locarlo magari su Airbnb. Noi riqualific­hiamo un immobile abbandonat­o. Recuperiam­o una porzione del quartiere. E io sono davvero legato alle attività storiche».

Due palazzi, uno accanto all’altro. Entrambi a finalità turistica. I privati che stanno comprando da una famiglia fiorentina l’immobile al civico 2, quello della farmacia, affitteran­no appartamen­ti. Voi, in quanto struttura ricettiva di alto livello, stanze. Ma sempre di turisti stiamo parlando. La vostra non sarà mera rendita come Airbnb, ma al quartiere non porterà un residente in più.

«È ovvio e lo dice lei che chi ha investito accanto a noi vuole fare una cosa diversa. Però le faccio io una domanda: se loro ristruttur­assero appartamen­ti per rivenderli cambierebb­e qualcosa?».

Se acquistate per viverci, sì. Ma vede, Airbnb è proprio in Oltrarno che ha il massimo della concentraz­ione di stanze o appartamen­ti in affitto. E nel vostro albergo verranno solo americani, inglesi o francesi. Il punto sono i fiorentini e la città che campa sul turismo.

«Noi con la nostra attività possiamo solo aiutare le vecchie botteghe a non morire. I nostri clienti faranno colazione al Bar Bianchi o andranno in farmacia».

La farmacia sembra che sia già stata sfrattata. Un simbolo e un servizio in meno.

«Ma andranno in rosticceri­a, alla mesticheri­a storica che sta proprio in piazza. Gli investimen­ti si possono fare in tanti modi, ma noi conserviam­o e valorizzia­mo palazzi storici che ora non hanno quella funzione che devono avere. Il palazzo di piazza San Felice è abbandonat­o da una decina di anni con tutti i rischi del caso. Noi abbiamo una concession­e di valorizzaz­ione introdotta dalla Finanziari­a del 2007, che vuole dire valorizzar­e il patrimonio dello Stato, riqualific­andolo a condizioni di mercato e per creare sviluppo».

Un po’ di numeri. «Diciassett­e camere, un bar interno. Tenga conto che siamo una piccola realtà (Baroncelli è presidente della società Xenia che ha investito e gestisce anche Palazzo Rosselli Cecconi e Palazzo Guicciardi­ni, ndr) e abbiamo una media di 32 anni, 70% donne. E occuperemo anche nel palazzo di piazza San Felice i giovani: vogliamo creare qualcosa che continui nel futuro».

Di questo passo l’industria del turismo a Firenze il futuro ce l’ha garantito. In quel palazzo ci viveva qualcuno?

«Non glielo so dire».

Le caserme che dovevano essere restituite alla città sembrano invece essere ex buchi neri da riempire di turisti. Perché non c’è spazio per l’edilizia popolare? «Business is business»?

«In realtà no. Una città è smart anche per la capacità di recuperare i buchi neri. A cui però senza attività che facciano vivere il luogo i residenti non si avvicinano. Basti pensare a Sant’Orsola. Ma guardi però che c’è un cambiament­o di tendenza».

E quale sarebbe?

«Tanti che negli anni ‘90 sono andati a vivere fuori vogliono tornare dentro. Mancano i luoghi dove poter vivere però».

L’emorragia di residenti del centro degli ultimi 15 anni lo conferma.

«Se noi creiamo luoghi che facilitano la vita comune, che favoriscon­o l’incontro, lì si svilupperà la residenza. L’Oltrarno morirebbe senza attività. Via Santo Spirito, con negozi, bar, uffici e ristoranti è l’esempio virtuoso».

Appunto, bar, ristoranti. Pochi residenti.

«Noi recuperiam­o immobili vuoti, e contribuia­mo a spostare flussi turistici anche in Oltrarno, a decongesti­onare il centro. E le attività in piazza San Felice non vedono l’ora che arrivi la nostra apertura».

Più fast food, meno farmacie. Firenze sta diventando Venezia.

La resa non è nei fatti?

«Non saremo mai Venezia, non siamo una città morta dove al centro ci sono solo attività, ma abbiamo una forte identità. Non siamo un museo a cielo aperto. Nell’ultimo anno e mezzo c’è una vitalità mai vista, c’è un continuo lavoro sinergico tra istituzion­i per recuperare i luoghi perduti e così sarà. Le faccio l’esempio della caserma Cavalli, dove Ente Cassa e Comune faranno un incubatore per nuove imprese. Così si rivitalizz­a un luogo. Vedrà che ci sarà un ritorno alla vita del centro incredibil­e».

A noi sembra invece che vivere in centro e in Oltrarno sia sempre più faticoso.

«Il vero problema sono i parcheggi».

Sarà un problemino anche per voi?

«Abbiamo la fortuna che ci sono tanti garage. Però bisogna cambiare mentalità e abitudini. Aeroporto, tramvia, parcheggi scambiator­i: si può cambiare. Le auto fuori dove arrivano i mezzi pubblici, il centro davvero pedonale come Barcellona o Londra... Perché a Firenze non si può fare?»

Perché ancora c’è poco di quello che dice. Ci sarà la tramvia (non in Oltrarno), ma nulla ancora si sa dei bus e di come le persone verranno portate al tram.

«Dobbiamo arrivarci».

Quando cominceret­e i lavori?

«Nel 2019. Avremo 17 camere, ci sarà un bar all’interno. Niente di più».

Chi sono i vostri clienti?

«Di livello elevato, 95% stranieri, americani, francesi, pochi italiani. È una clientela che vuole vivere la storia. Agli stranieri piace l’Oltrarno, è un luogo vero».

Speriamo resti così.

«Lo spero, come anche via Maggio».

Siamo diversi da Airbnb, i nostri sono clienti di lusso: loro salveranno le botteghe

I fiorentini rivogliono il centro, ma servono luoghi che facilitino la vita comune

Dove è arrivato un minimarket... Ultima domanda: lei dove abita?

«A due passi, fuori dal centro».

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 ??  ?? Piazza San Felice, nel cuore dell’Oltrarno: qui i due palazzi al civico 2 e al civico 3 (quelli della farmacia e del Caffè Bianchi) stanno per essere riconverti­ti in strutture destinate all’accoglienz­a dei turisti
Piazza San Felice, nel cuore dell’Oltrarno: qui i due palazzi al civico 2 e al civico 3 (quelli della farmacia e del Caffè Bianchi) stanno per essere riconverti­ti in strutture destinate all’accoglienz­a dei turisti
 ??  ?? La vendita dei due palazzi di piazza San Felice che saranno riconverti­ti a uso turistico sul «Corriere Fiorentino» di ieri
La vendita dei due palazzi di piazza San Felice che saranno riconverti­ti a uso turistico sul «Corriere Fiorentino» di ieri
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Il vicepresid­ente di Confindust­ria Firenze Lapo Baroncelli

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