Armani agli Uffizi, lezione di moda
Re Giorgio sedotto dai maestri del Rinascimento: «Non abbiamo inventato nulla»
Moda e «marketing» esistevano anche nel Rinascimento. Giorgio Armani, quando ieri si è trovato di fronte al ritratto di Eleonora di Toledo del Bronzino, nella sua visita agli Uffizi, si è soffermato più che altrove ad ammirare la stoffa di raso bianco decorato con fasce ricamate a galloni dorati che avvolge la granduchessa di Toscana nel suo ritratto ufficiale di corte.
La leggenda narra che fosse stata proprio Eleonora a scegliere l’abito da indossare per consegnare la sua immagine ai posteri e che quello fosse stato anche il vestito da lei scelto per la sepoltura (ipotesi poi smentita). Ma soprattutto, che lo avesse voluto per rilanciare il settore tessile in tempo di crisi, fungendo da modella. Un’operazione, diremmo oggi, pubblicitaria. Re Giorgio ha colto l’occasione per fare una vera e propria «lezione di moda rinascimentale» nella Galleria. Definendo l’abito della moglie di Cosimo «immaginifico e non reale, non appartenente al suo tempo». A differenza delle notazioni sul Botticelli, Piero della Francesca e Tiziano che agli occhi del maestro della moda hanno assunto un ruolo tutto nuovo: quello degli stilisti. «Non abbiamo inventato niente», è stato il suo commento divertito. «Ho imparato più cose sulla moda in questa ora di visita che in tutto il resto della vita – ha raccontato il direttore Eike Schmidt, che da tempo aveva invitato Armani a visitare il museo – Soprattutto sono felice di sapere che la moda del Quattrocento sia tornata inspiegabilmente... di moda». Era la prima volta che Armani faceva una visita «completa, accurata, con una guida» agli Uffizi, ha detto lui stesso. Finora solo fugaci apparizioni. Era atteso da tempo, soprattutto da quando alcuni suoi capi sono entrati a far parte della collezione del Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti. «Ma non siamo riusciti ad andarci — ha aggiunto Giorgio Armani mentre ammira «La Primavera» di Botticelli agli Uffizi spiegata dal direttore della Galleria Eike Schmidt. Accanto allo stilista c’è Matteo Parigi Bini, editore e fondatore del Gruppo Editoriale Schmidt — Armani ha passato tutto il tempo disponibile agli Uffizi e la visita è stata rimandata». In attesa di poter dedicare ad Armani una vera mostra nelle sue sale? «Vedremo, per ora è presto» è stato il commento del direttore. «Ha guardato i nostri dipinti soffermandosi a lungo e con un occhio estremamente sensibile all’estetica – ha detto ancora Schmidt – Indossava una giacca di velluto ed era particolarmente sensibile ai velluti raffigurati nei dipinti, al tulle e al ricamo di seta quasi trasparente in Botticelli e in Piero della Francesca». Ma sopratutto «è bello vedere un visitatore tanto illustre che si sofferma sui quadri meno famosi e meno guardati, che analizza i volti, gli sguardi dei personaggi ritratti, con atteggiamento curioso e voglia di scoprire, non interessato solo alle star della galleria». Si è fermato sul Tondo Doni che gli sembrava «più una scultura che una pittura», poi sul Laocoonte, sui Duchi di Urbino, sulla Venere di Urbino di Tiziano e sull’Adorazione dei Magi di Leonardo. La visita di Armani è stata bersagliata di richieste di selfie dai tanti turisti: italiani, americani, inglesi, giapponesi, tutto il mondo lo riconosceva al primo sguardo, e gli occhi erano tutti per lui, più ancora che per le opere d’arte.
Eike Schmidt
Si è soffermato a lungo ad ammirare abiti, velluti, ricami e le opere del Bronzino, Botticelli, Piero della Francesca, Michelangelo L’ho invitato alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti Una sua mostra lì? Vedremo, per ora è presto