Corriere Fiorentino

Quattro esami da superare, per pensare (anche) al futuro

SCENARI

- Di Alessandro Bocci

Per se stessa. E non è un traguardo banale, come può sembrare all’apparenza. La Fiorentina ha molto da giocarsi nel tardo pomeriggio di oggi a Bergamo, così come contro il Chievo tra una settimana. Da qui alla fine marzo ci sono sei partite, tre trasferte complicate (dopo l’Atalanta, c’è Udine e Torino contro i granata) e tre partite sulla carta agevoli in casa (dopo il Chievo ci sono Benevento e Crotone). Ma, dopo la disfatta con il Verona, niente è più scontato neppure al Franchi.

Vedremo, in questi quaranta giorni, di che pasta è fatta questa squadra pigra e incostante, che dovrebbe rappresent­are le fondamenta di un progetto di rilancio europeo. Servono serietà e personalit­à. La Fiorentina deve trovare dentro la propria coscienza le ambizioni che la classifica, al momento, le nega. Orgoglio e voglia di dare delle risposte. Sinora, Pioli lo ha ammesso con onestà e sano realismo, il gruppo ha fatto meno di quanto fosse lecito aspettarsi. Le prime cinque, siamo d’accordo, sono di un altro livello, ma con tutte le altre se la può giocare. Serve una scintilla, che per adesso non è scoccata. E adesso il rischio è perdersi in un mare senza orizzonti, cioè senza traguardi apparenti, come potrebbe essere l’Europa. E invece non è così. La Fiorentina deve dimostrare di non essere né fragile né modesta, tanto da rimanere nella parte destra della classifica. Pioli ha messo anche un obiettivo: fare più punti nel ritorno rispetto all’andata. In altre parole sfiorare quota 60, dove forse non ci sarà l’Europa, ma la dignità sì. La Viola è sull’orlo di una crisi. I numeri sono spietati e fotografan­o le manchevole­zze di Astori e compagni: appena tre vittorie nelle ultime dieci giornate, tre sconfitte nelle ultime quattro, meno 9 rispetto alla seconda, deludente, stagione di Paulo Sousa.

E il sesto posto che vale l’Europa League, oggi in mano alla Sampdoria, drammatica­mente lontano 10 punti. A febbraio i giochi sembrano fatti e c’è chi suggerisce, da qui in avanti, di lavorare solo per la prossima stagione. Un immenso e lungo casting sino a maggio per capire chi è da Fiorentina e chi invece no. Una realtà che Pioli sta combattend­o con tutte le sue forze. Stefano ha le idee chiare, sul presente e sul futuro anche se poi, lo sappiamo bene e lo sa anche lui, nel calcio sono i risultati a fare la differenza. In altre parole la Fiorentina non deve arrendersi all’evidenza della sua mediocrità.

Pioli è convinto, e noi con lui, che la squadra valga più di quanto espresso. Ma è arrivato il momento di dimostrarl­o. Perché il tempo sta scadendo. Serve la Fiorentina che ha giocato con la Juve: stesso spirito e maggiore attenzione nei particolar­i. Sarebbe grave assistere a un calo proprio oggi. Vorrebbe dire che, nella testa dei giocatori, ci sono partite di serie A e partite di serie B.

Il momento non è facile. I Della Valle, così assicurano i manager a loro vicini, non hanno più intenzione di vendere e, anzi, vogliono riportare la squadra dove merita. Per esserne certi però bisogna aspettare il timbro dei fratelli, di Diego e Andrea. Senza contare che l’aria a Firenze è sempre malsana: i contestato­ri contestano e il malessere aumenta di pari passo con le sconfitte (9 su 24 partite, oltre un terzo, decisament­e troppe). La Fiorentina ha il dovere di invertire il trend. E di farlo adesso. Chi sbaglia è perduto. Tutti sono sotto esame.

Le tappe

Due trasferte delicate con Udinese e Torino. Poi in casa il Chievo e il Benevento: in campo serve lo spirito della gara contro la Juve

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Andrea Della Valle, patron della Fiorentina I fratelli Tod’s stanno pensando di tornare in campo

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