RIPARTONO GLI INVESTIMENTI, MA I CONSUMI NO
La buona notizia è arrivata: nell’ultimo trimestre del 2017 gli investimenti sono cresciuti del 3%.
Il dato emerge dal focus sull’economia toscana del centro studi Ires Cgil che sottolinea come la dinamica di crescita si stia consolidando fino a raggiungere il più 1,3% di incremento del prodotto lordo regionale. Brillano le esportazioni (più 4%) e questa non è una novità, ma soprattutto si sono risvegliati gli investimenti. Le prospettive sono buone anche per l’anno in corso: i ricercatori di Ires stimano un incremento del Pil regionale dell’1,8%. Un ruolo importante nella ripresa degli investimenti va attribuito al piano governativo per Industria 4.0 che insieme alla facilità di accesso al credito, dovuta ai bassi tassi di interesse, dovrebbe favorire l’avvio di ulteriori piani di investimento anche nel 2018. Tutto bene, quindi? No. Perché l’altro elemento che emerge dallo studio è che i consumi delle famiglie ancora arrancano: il tasso di recupero ha infatti segnato un rallentamento passando dall’1,7% all’1,1%. Calano anche le compravendite immobiliari mentre il risparmio, che si era ridotto nella prima parte del 2017, ha registrato un contenuto miglioramento. Insomma la ripresa c’è, la crescita è ripartita, ma i toscani non spendono. Perché? La risposta va cercata nei dati sulla qualità dell’occupazione: i ricercatori della Cgil scrivono che in Toscana il livello delle retribuzioni è oggi inferiore del 4% rispetto al 2010 e, con riferimento alle ore lavorate, il dato delle unità di lavoro è ancora inferiore del 3,25%. Il saldo aggregato tra assunzioni e cessazioni è positivo per 56.000 contratti di lavoro, ma il totale dei contratti a tempo indeterminato registra un saldo negativo di 24.600 posizioni. La prudenza nei consumi è motivata dalla precarietà del lavoro e dei redditi che sono ancora ben lontani dalla situazione «pre-crisi». Una ripresa senza lavoro è una notizia buona solo a metà. Forse anche meno.