«Sanità, posto fisso a 500 precari»
Rossi e Saccardi annunciano l’accordo. Ma resta da tagliare sul costo del personale
Un accordo per stabilizzare oltre cinquecento lavoratori precari nella sanità. È quanto emerso dall’incontro di ieri tra il governatore Enrico Rossi e l’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi con i sindacati della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil. In un momento difficile per la sanità regionale, con gli obblighi di legge che costringeranno a ridurre i costi per il personale, la notizia della stabilizzazione dei precari è stata accolta con «apprezzamento» dai sindacati confederali.
La stabilizzazione dovrebbe riguardare principalmente infermieri e operatori sanitari, ma, in misura minore, potrebbe toccare anche medici e impiegati: la ricognizione sulle singole posizioni dei lavoratori sarà fatta nei prossimi giorni. Secondo Alice D’Ercole di Fp Cgil, l’operazione della Regione è comunque «a costo zero o quasi, visto che nella pubblica amministrazione i contratti a tempo determinato costano al datore di lavoro quanto quelli a tempo indeterminato».
La seconda promessa di Rossi e Saccardi è l’impegno della Regione ad adeguare gli stipendi agli aumenti previsti dal contratto nazionale che entra a regime dal mese di marzo: in questo caso il bilancio della Regione ha già anticipato 54 milioni di euro al proprio Fondo sanitario per coprire i maggiori costi che sarebbero derivati dal rinnovo dei contratti collettivi nazionali. Per Palazzo Sacrati Strozzi resta tuttavia il problema di dover abbassare il costo complessivo del personale di sanità, passando entro il 2020 dagli attuali 2 miliardi e 45 milioni di euro a 2 miliardi tondi, per non subire le pesanti sanzioni previste dalla legge. La partita, affidata al neo direttore dell’assessorato alla salute Monica Calamai, non rischia di riportare la Toscana al blocco del turn over, ma significherà comunque un numero di assunzioni minore rispetto ai pensionamenti. «Non c’è un problema di bilancio, i nostri conti sono a posto», aveva spiegato Rossi il 13 febbraio durante una conferenza stampa a Palazzo Sacrati Strozzi: a imporre la cura dimagrante sono le norme inserite nella finanziaria 2012 dal governo Monti, che fissano un tetto alla spesa sul personale in sanità pari a quella del 2004 meno l’1,4 per cento. In caso di sforamento, la Toscana subirebbe una sanzione di 66 milioni all’anno. La cura dimagrante, 15 milioni in meno all’anno per arrivare a 45 nel 2020, ricadrebbe per 12 milioni sull’Asl Toscana Centro e per 6 milioni su Careggi. Ma i sindacati denunciano che gli organici sono già ridotti al minimo, con infermieri e operatori costretti a continui straordinari.
Il tetto di Monti Entro i prossimi 2 anni la Regione dovrà abbassare le spese di 45 milioni di euro