Arezzo, tre strade (e una colletta) per evitare il fallimento
L’appello di Orgoglio Amaranto: aiutateci con le spese
Il futuro dell’Arezzo si giocherà su tre campi diversi. Il primo è quello di Olbia, sabato, trasferta per la quale sono già stati trovati i fondi e che si dovrebbe giocare. Il secondo ha la data del 15 marzo, giorno in cui ci sarà l’udienza in tribunale davanti al giudice Antonio Picardi, che presiede il collegio della sezione fallimentare, che dovrà decidere se ci sono le condizioni per l’esercizio provvisorio, al momento l’unica chance di terminare la stagione.
Il terzo lo ha seminato Orgoglio Amaranto, il trust dei tifosi con l’1 per cento delle quote societarie, creando un conto corrente «L’Arezzo non muore» (codice IBAN IT 08 E084 8914 1000 0000 0378 325), per sostenere il club in questo difficile momento: «L’operazione, condivisa con il Museo Amaranto e l’amministrazione comunale — ha detto in conferenza stampa Roberto Cucciniello, rappresentante di O.A. — si propone, innanzi tutto, di finanziare il settore giovanile e le spese di trasferta, con l’idea di riuscire a contribuire all’esercizio provvisorio».
I tagli dei bonifici sono da 100, 250, 500 e 1.000 euro, per cifre più piccole si possono acquistare delle tessere alla Barberia di via Trento Trieste, ai tabacchi di piazza San Donato e piazza Giotto, al Compasso Arredamenti di via Benedetto Croce e all’Amaranto Store, allo stadio. Per cifre più importanti la figura di riferimento sarà Stefano Brandini Dini, membro di Orgoglio Amaranto, mentre parallelamente l’amministrazione comunale sta cercando di riallacciare i fili del discorso con quegli imprenditori che già si erano detti interessati a fare parte del progetto, come l’emiliano di origini casertane Nicola Di Matteo, ma non da soli.
La cifra che serve per arrivare a fine campionato è di circa un milione di euro, considerando che una delle condizioni dell’esercizio provvisorio è quella di non peggiorare la situazione debitoria, al netto dell’escussione della fideiussione messa in atto dalla Lega per pagare gli stipendi dei giocatori e considerando che ci sono anche tutti gli altri dipendenti che devono ricevere mensilità e contributi. «La prossima settimana guarderemo il conto corrente, che già dopo poche ore ha iniziato a ricevere donazioni — ha detto Stefano Brandini Dini — e capiremo se il calcio interessa ancora a questa città. Siamo un popolo particolare e generoso, questo è il momento d’ingaggiarsi per salvare l’Arezzo». Salvarlo e porre le basi per il futuro, potendo dettare le condizioni e non facendosele dettare da altri, consapevoli che per il futuro sportivo dei prossimi anni l’Arezzo dovrà volare basso, sperando di riuscire a rimanere in serie C.