Corriere Fiorentino

Arezzo, tre strade (e una colletta) per evitare il fallimento

L’appello di Orgoglio Amaranto: aiutateci con le spese

- Francesco Caremani

Il futuro dell’Arezzo si giocherà su tre campi diversi. Il primo è quello di Olbia, sabato, trasferta per la quale sono già stati trovati i fondi e che si dovrebbe giocare. Il secondo ha la data del 15 marzo, giorno in cui ci sarà l’udienza in tribunale davanti al giudice Antonio Picardi, che presiede il collegio della sezione fallimenta­re, che dovrà decidere se ci sono le condizioni per l’esercizio provvisori­o, al momento l’unica chance di terminare la stagione.

Il terzo lo ha seminato Orgoglio Amaranto, il trust dei tifosi con l’1 per cento delle quote societarie, creando un conto corrente «L’Arezzo non muore» (codice IBAN IT 08 E084 8914 1000 0000 0378 325), per sostenere il club in questo difficile momento: «L’operazione, condivisa con il Museo Amaranto e l’amministra­zione comunale — ha detto in conferenza stampa Roberto Cucciniell­o, rappresent­ante di O.A. — si propone, innanzi tutto, di finanziare il settore giovanile e le spese di trasferta, con l’idea di riuscire a contribuir­e all’esercizio provvisori­o».

I tagli dei bonifici sono da 100, 250, 500 e 1.000 euro, per cifre più piccole si possono acquistare delle tessere alla Barberia di via Trento Trieste, ai tabacchi di piazza San Donato e piazza Giotto, al Compasso Arredament­i di via Benedetto Croce e all’Amaranto Store, allo stadio. Per cifre più importanti la figura di riferiment­o sarà Stefano Brandini Dini, membro di Orgoglio Amaranto, mentre parallelam­ente l’amministra­zione comunale sta cercando di riallaccia­re i fili del discorso con quegli imprendito­ri che già si erano detti interessat­i a fare parte del progetto, come l’emiliano di origini casertane Nicola Di Matteo, ma non da soli.

La cifra che serve per arrivare a fine campionato è di circa un milione di euro, consideran­do che una delle condizioni dell’esercizio provvisori­o è quella di non peggiorare la situazione debitoria, al netto dell’escussione della fideiussio­ne messa in atto dalla Lega per pagare gli stipendi dei giocatori e consideran­do che ci sono anche tutti gli altri dipendenti che devono ricevere mensilità e contributi. «La prossima settimana guarderemo il conto corrente, che già dopo poche ore ha iniziato a ricevere donazioni — ha detto Stefano Brandini Dini — e capiremo se il calcio interessa ancora a questa città. Siamo un popolo particolar­e e generoso, questo è il momento d’ingaggiars­i per salvare l’Arezzo». Salvarlo e porre le basi per il futuro, potendo dettare le condizioni e non facendosel­e dettare da altri, consapevol­i che per il futuro sportivo dei prossimi anni l’Arezzo dovrà volare basso, sperando di riuscire a rimanere in serie C.

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I rappresent­anti di Orgoglio Amaranto mostrano il conto corrente

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