Corriere Fiorentino

«Va ridata alle toghe la legittimit­à che è a rischio»

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«Questo non è un libro contro i magistrati, ma bisogna ridare ai magistrati la legittimit­à che stanno perdendo come supplenti nel vuoto della politica. I veri problema della giustizia sono i tempi lunghi e le sentenze preventive di condanna e le correnti della magistratu­ra che sono solo associazio­ni che spartiscon­o potere e carriere». Annalisa Chirico, giornalist­a e scrittrice, racconta così il suo nuovo libro sulla giustizia sommaria(«Fino a prova contraria, tra gogna e impunità») accanto al sindaco Dario Nardella, al procurator­e capo Giuseppe Creazzo, al presidente dell’ordine degli avvocati Sergio Paparo, in un incontro all’Altana di Palazzo Strozzi moderato dal direttore del Corriere Fiorentino Paolo Ermini. «Tutti dovrebbero fare i conti con quello è scritto in questo libro — è l’introduzio­ne di Ermini — che descrive la repubblica giudiziari­a, un triangolo composto da politici, procure e media». «L’opera di delegittim­azione della magistratu­ra va avanti da tempo — dice il procurator­e Creazzo — e si inserisce in un quadro di manifesta insofferen­za ai controlli di legalità». «Credo sia sempre sbagliato contrappor­re il garantismo al giustizial­ismo, un approccio troppo radicale non fa bene», dice Nardella. Il presidente degli avvocati Paparo punta il dito contro l’eccesso di norme nel nostro Paese: «Con un sistema normativo così complesso, che conta circa 36 mila norme, il ruolo dei magistrati è dominante. E non è un bene per il Paese che siano i magistrati a decidere su temi che poi diventano terreno di scontro politico come il fine vita». «Anche a me piacerebbe che fosse la legge a decidere su questioni particolar­mente delicate — ha risposto il procurator­e Creazzo — ma se il giudice è chiamato a dare una risposta sull’esistenza di un diritto, su una materia non regolata dalla legge, non può non decidere, anche se sarebbe più comodo non farlo».

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