Il puzzle ora è completato E ogni volto ha un nome
II RESTAURO
Il quadro prende vita. Frammento dopo frammento, il puzzle si ricompone. Tornano a vivere le figure, riemergono i personaggi. Sembra quasi un miracolo. E’ spuntata la bocca del personaggio principale, le sue labbra giovani e sottili. E’ spuntato il collo di un altro personaggio, il naso e un pezzettino di fronte. Tratti somatici che portano la firma di uno dei più grandi pittori del Seicento, Bartolomeo Manfredi. E questo è il suo quadro, ‘I giocatori di carte’, capolavoro flagellato dalla bomba dei Georgofili. Il restauro di Daniela Lippi procede, passo dopo passo, in questo laboratorio nel cuore dell’Oltrarno. Un’operazione chirurgica e delicata.
«Siamo a buon punto» dice Daniela. Indossa il grembiule da restauratrice, pinze e bastoncini di cotone sempre sul tavolo. Luci al neon sparate sulla copia a dimensione reale del quadro. Sopra di essa, sono ormai posizionati quasi tutti i 500 frammenti del puzzle, quei frammenti ritrovati per terra dopo l’esplosione dei Georgofili. Sembrano pezzetti tutti uguali, ma ognuno è diverso: per colore, per forma, per crettatura. Ognuno è attraversato da venature e incrinature diverse, frutto delle fratture provocate dalla bomba e dal tempo. La copia del dipinto, stesa su questo grande tavolo, è un puzzle pieno di lettere e numeri. Sembra la battaglia navale: c58, d2, c3, a4. Ogni punto corrisponde a una pennellata di Manfredi. «È emozionante mettere le mani laddove, centinaia di anni fa, le aveva messe il grande artista. Sono state riposizionate tante parti sostanziali, rispetto alla distruzione e allo sconforto iniziale, adesso sono contenta, parti importanti del quadro potranno essere recuperate».
Niente potrà tornare allo splendore d’un tempo, questo no, ma il restauro è la migliore risposta al terrorismo delle mafie. E ogni volta che un frammento ritrova il suo posto, è una piccola grande vittoria. Una grande soddisfazione per la restauratrice, che da mesi dedica tutta se stessa a questo capolavoro sfregiato. La sua vita professionale è scandita dai ritmi del restauro. «Sono talmente affezionata ai personaggi del quadro, che ho dato un nome a ciascuno di loro». Il personaggio principale è stato soprannominato Scanio, poi ci sono Osvaldo, Orione, Piero. E infine i due giocatori, Gregorio e Giovanni. È come se ci parlasse, con ognuno di loro. È come se fossero diventati suoi familiari. E’ come se loro, muti sulla tela, riemergessero dal pennello di Manfredi e prendessero vita. Eccoli uno accanto all’altro, i volti sfregiati ma comunque visibili. Quando li ha visti tutti insieme, la restauratrice ha esclamato: «Finalmente la famiglia si è riunita». Ogni frammento è un pezzo di storia che si ricompone. Ogni frammento sta ritrovando la sua posizione. Alcuni saranno ricuciti insieme con fili di tela e un impasto speciale fatto con colla di storione di amido di riso e plextol. Tutti sono stati «rispolverati» eliminando il materiale alterato che si era depositato sopra nel corso degli anni.C’è un pezzo di storia dell’arte dentro questo studio.
Ogni tanto fa capolino Maria Matilde Simari, funzionario responsabile dei depositi delle Gallerie degli Uffizi. Osserva l’avanzamento dei lavori: «Abbiamo ansia di vedere collocati i frammenti sulla tela originale, quello sarà il momento in cui si aprirà un novo step del restauro, il momento in cui davvero si potrà intravedere quale sarà la fine del lavoro».
I prossimi venti giorni saranno quelli cruciali. Comincerà la delicatissima fase della posa dei frammenti sulla tela, a cui nel frattempo è stato rimosso il telaio e tolta la vecchia foderatura. «È un lavoro complicato, ci vorrà ancora molta pazienza, ma la pazienza è fondamentale in questo lavoro».
I restauratori non possono avere fretta. Guai a farsi prendere dalla frenesia, potrebbe essere letale di fronte alla fragilità di questi frammenti secolari. «Un gesto sbagliato potrebbe rovinare ulteriormente il dipinto». E così il restauro procede, passo dopo passo, giorno dopo giorno, con pazienza, dedizione e tanto amore per l’arte da salvare.
Daniela Lippi
Quando ho visto ricomposti tutti i protagonisti ho esclamato: finalmente si è riunita la famiglia