Sì grillino a Peretola, no di LeU Partita doppia a Confindustria
Confronti in via Valfonda. Gli industriali: il vero rischio è il populismo
«Non ci candidiamo a rappresentare Confindustria, ma siamo qui per dimostrare la nostra credibilità». Con questa frase Alessio Biagioli, sindaco di Calenzano e candidato al Senato per Liberi e Uguali, riassume il senso del primo storico incontro tra la sinistra a sinistra del Pd e Confindustria Firenze. «Non siamo d’accordo su tutto», aggiunge garbatamente per dire che sono d’accordo su quasi nulla. Il confronto tra Liberi e Uguali e gli industriali fiorentini, che ieri hanno incontrato anche uno dei candidati a Cinque Stelle, si ferma a un mutuo riconoscimento nella diversità di opinioni. Con una promessa: «È l’inizio di un dialogo, vogliamo tornare a parlare con voi dopo le elezioni», assicura il direttore di Confindustria Leonardo Bandinelli. «È la prima volta che Confindustria apre a una realtà a sinistra del Pd», commenta Alessia Petraglia, ricandidata al Senato. L’Europeismo, il no all’austerity, il rafforzamento della pubblica amministrazione, i rapporti tra Università e imprese sono i punti comuni tra LeU e il presidente degli industriali Luigi Salvadori: i
Biagioli Non ci candidiamo a rappresentarvi, ma siamo qui per dimostrare la nostra credibilità
massimi sistemi sono salvi. Quando il discorso si inoltra in temi specifici le cose cambiano: «Il Jobs Act e la legge Fornero devono essere migliorate, ma non abrogate», dice Salvadori, che poi punta dritto sull’obiettivo fiorentino: «La pista parallela di Peretola è la priorità per lo sviluppo del territorio e delle imprese». Petraglia, Biagioli e la terza candidata, Serena Pillozzi, replicano che le due leggi vanno abrogate e, soprattutto, ribattono che il nuovo aeroporto non s’ha da fare, «è inutile, ridondante, meglio puntare sui collegamenti regionali». Nella contrapposizione frontale delle posizioni, LeU incassa almeno un attestato: «Vi riconosciamo grande competenza — dicono gli industriali — la nostra paura maggiore sono i populismi».
A chiudere la serie degli incontri di via Valfonda è stato M5S, al posto dell’atteso Alfonso Bonafede, parlamentare in carica e ministro della Giustizia in pectore, si è presentato l’ex renziano Nicola Cecchi, candidato al Senato. «Con gli imprenditori vogliamo scrivere le regole per la crescita e lo sviluppo del Paese, per il lavoro, il Jobs Act non funziona e lo ha solo precarizzato», dice Cecchi agli imprenditori presenti precisando che «la filosofia del Movimento non è di seguire quella o questa associazione, ma tutti i cittadini». Niente ricerca di consenso insomma. Così sulle grandi opere, aeroporto e Alta velocità, non arriva un no ma un distinguo: «Vanno fatte, certo Firenze deve avere un aeroporto adeguato, ma nel rispetto delle norme, non forzandole, e senza l’aumento dei costi». «Rivedremo gli esponenti dei partiti dopo il 4 marzo — conclude Luigi Salvadori, presidente di Confindustria — per chiedere conto loro degli impegni e risposte sulla nostra piattaforma per il Paese. Che nessuno ha approvato al 100%, ma questo è nella normalità delle cose».
Cecchi Vogliamo scrivere le regole per la crescita con voi Ma il Jobs Act va abolito