Di protesta e di governo: 50 mila voti da difendere
Tra i due litiganti il terzo è Fratelli d’Italia, che punta ad essere la vera sorpresa del centrodestra. Schiacciato dalla competizione tra Forza Italia e Lega, il partito di Giorgia Meloni vuole consolidare lo spazio che si è creato in una Regione storicamente ostile alla destra come la Toscana (nel 2013 40 mila voti alla Camera, due anni dopo 51 mila alle Regionali) e se possibile rosicchiare qualcosa a Lega e M5S. D’altronde il leader toscano di FdI, Giovanni Donzelli, è un po’ un grillino ante-litteram, tra attacchi virulenti, denunce pubbliche e esposti in Procura. Lui non apprezza e rilancia: «In Toscana abbiamo due sindaci, Alessandro Tomasi a Pistoia e Diego Petrucci all’Abetone. Stiamo dimostrando di saper amministrare, altro che protesta». Oltre a Donzelli, capolista in tre collegi plurinominali su quattro alla Camera, in corsa ci sono tra gli altri il veterano Achille Totaro, l’assessore grossetano Fabrizio Rossi e una new entry come Letizia Giorgianni dell’associazione «Vittime del Salvabanche». Domenica sera a fare la differenza per FdI sarà la difesa o l’incremento di quel piccolo patrimonio di 50 mila voti e l’elezione di un senatore (alla Camera dovrebbero avere due eletti): se almeno uno dei due obbiettivi sarà raggiunto, i fratelli toscani di Giorgia potranno cantare vittoria.
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