«Basta, ci estingueremo al ritmo della zumba»
Teresa Mannino porta al Puccini i malanni del pianeta
cartolina non privo di insidie. «Le tappe più impegnative potranno essere le salite per Monte Fanna, Madonna del Sasso, Poggio degli Uccellini. Ripagate però dagli scorci impagabili che si ammirano da queste altezze, lì come a Settignano e a Poggio Pratone». Un tracciato che è una dichiarazione d’amore alla natura sì, ma anche un’opportunità preziosa di offrire un’immagine turistica alternativa. Senza dimenticare il fine sportivo: i primi tre classificati della Ecotrail Florence 80 km faranno parte della nazionale italiana nel campionato mondiale di trail running, che si svolgerà a maggio in Spagna. Parte del ricavato andrà a Oxfam Italia. Info su ecotrailflorence.com.
È un cambio di rotta rispetto ai suoi primi spettacoli dove interpretava se stessa: palermitana «emigrata» a Milano, giovane donna che era stata bambina negli anni ‘70. Amante tradita ma non per questo meno autoironica.Teresa Mannino porta sul palcoscenico i malanni del nostro pianeta. Detta così ci sarebbe da piangere. Eppure assicura «Non ho mai visto ridere tanto a un mio spettacolo». Vediamo di capire perché.
Stasera e poi venerdì e sabato alle 21 al Puccini — era prevista un replica domenica ma l’ha disdetta per tornare a votare — va in scena Sento la terra girare. Un po’ come il protagonista di Good bye Lenin, Mannino, sola sulla scena come è sua consuetudine, sarà una donna che, uscita da un armadio dove si è rifugiata per mesi, si scontra con le seguenti evidenze. «Le specie animali si estinguono mentre c’è chi in tv pubblicizza il filo interdentale per cani. In spiaggia ci sono più tamarri che paguri. Si parla di bonus bebé e del matrimonio di Harry e nessuno dice nulla sull’umanità che va ad estinguersi al ritmo di zumba».
Va precisato che per scrivere il testo di Sento la terra girare ha preferito frequentare le pagine di Chomsky che lo sfoglio dei quotidiani. «Ne leggo pochissimi perché sono strumenti di potere. Non danno informazioni oggettive e dunque non mi interessano. C’è anche da dire che pure il mio spettacolo dà una versione soggettiva di come vanno le cose. Ma è chiaro, si sa, e stop». Rigorosa, come quasi tutti i comici bravi lo sono, racconta: «Con Giovanna Donini abbiamo messo un anno per scrivere questo testo. E le fonti, Chomsky a parte, sono ricerche sullo stato di salute del pianeta e dell’ambiente: una situazione pazzesca. Davvero non mi rendo conto come non sia il primo argomento di questa campagna elettorale che trovo deludente». Non tanto da precluderle la scelta del voto. E non tanto da toglierle l’ottimismo: «Credo che ancora si possa fare qualcosa. Abbiamo cambiato stile di vita tante volte. Lo faremo anche adesso o per scelta e senso di responsabilità o per necessità, quando rischieremo di non esserci più». In attesa di questo cambio di passo lei il suo gesto «politico» lo fa: girare l’Italia con lo spettacolo e rispondere a chi come noi le ha chiesto perché siamo arrivati a questo punto così: «Per ragioni economiche, è il sistema capitalistico che ci ha portato fin qui. E perché sulla terra siamo troppi». Rtv 38
Paradossi
«La gente compra il filo interdentale per i cani mentre molte specie animali scompaiono»