Fondi raccolti, missione compiuta
Completato il crowdfunding: 26 mila euro per l’opera del Manfredi colpita da Cosa Nostra
Obiettivo raggiunto (e superato): il quadro «ferito» potrà essere guarito. Si è conclusa la campagna di raccolta fondi “La cultura contro il terrore” promossa dal Corriere Fiorentino, Gallerie degli Uffizi e Ubi Banca, per il restauro del dipinto «I giocatori di Carte» di Bartolomeo Manfredi, distrutto dell’esplosione della bomba ai Georgofili, il 27 maggio 1993. Con la cifra raggiunta, 26.527.50 euro (il traguardo era 22.212 euro) grazie alla generosità di tanti che hanno voluto dare il loro contributo con una donazione, si potranno restaurare sia la tela sia la cornice investita dalle schegge delle finestre in frantumi, e riesporre così l’opera per il 27 maggio di quest’anno, 25esimo anniversario dalla strage mafiosa che colpì Firenze, portò via cinque vite e minò tanti capolavori. Sarà poi realizzata una pubblicazione, curata dalla casa editrice Mandragora, per raccontare un’impresa che sembrava una missione impossibile. La tela di Manfredi che era appesa al muro di fronte alla finestra che affaccia sulla torre dei Georgofili, con lo scoppio della bomba fu strappata dai vetri distrutti dal tritolo. Subito dopo l’attentato, fu messa in sicurezza e ricoperta con carta velina ed così è rimasta per 24 anni. Ora, grazie alle nuove tecnologie disponibili e alla pazienza e alla perizia della restauratrice Daniela Lippi che nel suo laboratorio dell’Oltrarno in questi mesi ha rimesso insieme come in un puzzle i pezzi in cui era stato ridotto il dipinto, dando a ogni frammento il suo posto e restituendogli dignità, la scena di vita quotidiana del 1600 che raffigura un gruppo di giovani uomini, seduti in un’antica locanda intorno a un tavolo di legno, mentre giocano a carte riprenderà forma. Ma non in maniera nitida e integra come un tempo: porterà sempre le cicatrici di quella tragica notte, indimenticabile per tutta Firenze.
«Sono grato — dice il direttore delle Gallerie degli Uffizi — per il fatto che tante persone abbiano colto l’importanza di un gesto tanto simbolico quanto forte, come forte è il messaggio di civilità in risposta alla viltà del terrorismo».
«Ubi Banca — aggiunge Aldo Calvani, direttore territoriale di Ubi Banca a Firenze — è stata molto orgogliosa di promuovere un progetto, insieme a Gallerie degli Uffizi e al Corriere Fiorentino, che contribuisce a tenere alta l’immagine della città. Recuperare un’opera d’arte è un gesto importante per cittadini e visitatori, perché tutela la memoria e la proietta nel futuro. Lo è in particolare in questo caso, poiché testimonia il recupero della normalità per una città segnata dall’insensato atto terroristico di 25 anni fa».
Una risposta che è arrivata veramente da tutti con le donazioni sul conto corrente: fiorentini, studenti, pensionati, imprenditori e realtà internazionali con il cuore a Firenze come la maison Enrico Coveri. Piccole cifre e gesti importanti, come quelli di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Banca Cr Firenze che hanno dato alla raccolta lo scatto finale. Ma a sostegno del crowdfunding hanno provveduto anche eventi come la cena del 18 settembre a Palazzo Pitti a cui la città rispose con entusiasmo alla presenza di autorità, volti noti e mondo dell’imprenditoria. «Era rimasto l’ultimo dipinto da riportare alla vita dopo l’attentato di via dei Georgofili di 25 anni fa— ricordò in quell’occasione il direttore del Corriere Fiorentino, Paolo Ermini —, non perché non ne fosse degno ma perché allora sembrava impossibile. Oggi non più».
La risposta Schmidt(Uffizi): la civiltà ribatte al terrorismo Calvani (Ubi): si tutelano la memoria e il futuro