Corriere Fiorentino

Piombino, c’è la firma Le acciaierie ex Lucchini agli indiani di Jindal

Due giorni di trattativa, poi il pre accordo. Calenda: risultato importante, vigileremo

- Bonciani

Dopo due giorni di trattative a Roma, è arrivata la firma del pre accordo per la cessione da parte di Cevital agli indiani di Jws delle acciaierie di Piombino ex Lucchini. «Un risultato importante, il percorso per il rilancio sarà lungo e ora vigileremo», ha detto il ministro Carlo Calenda. «È un nuovo inizio, possiamo tornare a produrre acciaio», ha aggiunto il governator­e Enrico Rossi. La firma finale arriverà dopo il controllo dei conti di Aferpi.

Una maratona negoziale durata due giorni. E poi la firma a Roma per l’accordo preliminar­e della cessione di Aferpi, l’ex acciaieria Lucchini, dall’algerina Cevital al gruppo indiano Jsw di Saijan Jindal. La svolta per Piombino era stata annunciata dal ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda lo scorso 22 febbraio ma l’intesa è arrivata solo ieri, con la lunga attesa che ha innescato tensione in città e polemiche elettorali.

Per la chiusura dell’era di Issad Rebrab — partita nel 2014 e mai decollata, fino alla minaccia per insolvenza da parte del ministero che con una procedura aveva scelto Cevital — occorrerà attendere sei settimane, ma l’arrivo degli indiani per un prezzo di 75 milioni sembra definitivo. «Finalmente si sblocca la situazione di uno dei più importanti poli siderurgic­i italiani. La firma è il punto di partenza di un percorso ancora lungo per il rilancio del sito di Piombino e la garanzia del mantenimen­to dei livelli occupazion­ali pre-crisi. Continuere­mo a lavorare insieme alla Regione Toscana ed al presidente Rossi che ringrazio per il suo contributo. Il governo vigilerà con attenzione, ma abbiamo raggiunto un importante risultato», ha detto il ministro Calenda. «È un nuovo inizio, si chiude un periodo di difficoltà e di incertezze. Possiamo guardare con più speranza al futuro, al ritorno alla produzione di acciaio — ha spiegato Enrico Rossi, uscendo dal ministero — Il passaggio definitivo dell’Aferpi ci sarà tra 6 settimane, fatte tutte le verifiche sui conti e presentato il progetto industrial­e di Jindal». «Noi abbiamo dato un contributo essenziale, con finanziame­nti per l’innovazion­e e per ridurre l’impatto ambientale — ha aggiunto Rossi — Nostra preoccupaz­ione massima sarà che i lavoratori siano rioccupati». Infine il ringraziam­ento a Issad Rebrab «sia perché ha rispettato l’impegno della riassunzio­ne di oltre 2.000 lavoratori, sia perché alla fine ha ceduto anche in virtù di un’amicizia costruita in questi anni» e al ministro Calenda, «per la passione, l’impegno e l’efficacia in questi due giorni lunghi in cui siamo stati sempre in contatto».

L’annuncio è arrivato verso le 19, dopo che alle 9:30 al ministero era ripreso il tavolo con il presidente della Regione, i funzionari ministeria­li ed i legali dei gruppi algerino ed indiano, interrotto mercoledì notte dopo 10 ore di trattative. Sul tavolo la questione degli impegni presi da Cevital nel piano industrial­e, in particolar­e sulle bonifiche, che Jindal voleva non fossero vincolanti, ma anche due accordi Stato-Regione. Nel primo, la Regione conferma l’impegno di 30 milioni per la modernizza­zione energetica della produzione, nel secondo Regione e ministero mettono 15 milioni di euro per migliorare le condizioni di insediamen­to.

«Ci attendono ancora tanti passaggi e brinderemo solo quando torneremo davvero a colare acciaio», ha commentato Massimo Giuliani, sindaco di Piombino ed anche i sindacati sono prudenti. «È una notizia positiva, ma è ancora molto lontano un nuovo futuro per lo stabilimen­to», ha detto Lorenzo Fusco della Uilm di Livorno; «Con questa firma si aprono nuove prospettiv­e per lo stabilimen­to, con una siderurgia ambientalm­ente sostenibil­e e compatibil­e con il territorio», afferma Mirko Lami della Cgil.

Il governator­e Rossi «Grazie a Rebrab, ha ceduto anche in virtù dell’amicizia maturata in questi anni»

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Il magnate indiano Sajjan Jindal

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