Corriere Fiorentino

Una mamma denuncia i bulli «Mio figlio è stato costretto a drogarsi»

Massa, quindicenn­e vessato da gang di coetanei. «Minacce continue, aveva paura di andare a scuola»

- V.M.

Per mesi, istigato dai bulli a rubare, ad acquistare marijuana e a farne uso. Poi per paura, spinto ad abbandonar­e la scuola. È la storia di un quindicenn­e che vive nella provincia di Massa Carrara raccontata ieri sulle pagine de Il Tirreno. Lo deridevano per gli abiti fuori moda e lo zaino carico anche di libri fotocopiat­i. Lo isolavano durante la ricreazion­e. E lui per evitare ogni mattina gli sberleffi e le angherie si sarebbe assoggetta­to ai compagni di scuola.

Prima sarebbe stato costretto a fare il palo mentre gli altri facevano razzie in un aldrogarsi. Nella chat del gruppo di minorenni, i messaggi per fissare gli appuntamen­ti: «Venite al parco, attenti agli sbirri, portate 5 euro». E le foto della droga: un sacchetto di erba con il prezzo. Ubbidisce ai suoi coetanei, finché non regge più allo stress e si allontana dalla gang. E per lui ricomincia l’inferno. Le minacce perché non parli con la polizia diventano sempre più insistenti. Il ragazzino, per paura, smette anche di andare a scuola. Tante, troppe assenze suonano come un campanello di allarme.

Quando la madre si accorge di quello che sta accadendo non si perde d’animo. «All’inizio pensavo che non volesse andare a scuola per un capriccio — spiega la madre — Non ho capito subito quanto stava male. C’è stato bisogno di uno psicologo per scoprire il dramma che stava vivendo». Sulla vicenda, nessuna denuncia, ma la polizia sta indagando. «Era costretto a comprare droga e a rubare — racconta la signora — Spesso ragazzi più grandi, di 24 anni chiedevano ai minorenni di andare a prendere la cocaina in piazza e di tenersela in classe fino all’uscita, per poi consegnarg­liela». Non solo. «Invitavano mio figlio a feste senza controllo — racconta la madre del ragazzo — chiedevano di portare vodka e gin, girava fumo e droga». Ora è tutto passato. «Mio figlio ha cambiato scuola, ma ha il terrore di avvicinars­i a quell’edificio. Gli hanno rovinato un pezzo di vita».

Le indagini Nessuna denuncia, la polizia è al lavoro «Ha cambiato istituto, ma il terrore resta»

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