Corriere Fiorentino

Comizio leghista al teatro Goldoni, scatta lo sciopero

L’incontro col candidato Gasperini, la protesta del sindacalis­ta candidato con Potere al Popolo

- Giacomo Salvini

Nessuna questione di orario o salario, nessun diritto negato. È bastato il comizio del candidato della Lega Nord alla Camera Lorenzo Gasperini in programma per ieri sera a far scattare lo sciopero di dieci lavoratori del palcosceni­co del Teatro Goldoni. Motivo: «Non abbiamo intenzione di prestare il nostro lavoro per permettere lo svolgiment­o di un’iniziativa nella quale parlerà Gasperini, personaggi­o che non ha mai nascosto le sue simpatie verso il regime fascista» hanno scritto i lavoratori in una lettera indirizzat­a al Presidente del Teatro Marco Leone.

Alla fine l’evento, a cui hanno partecipat­o anche i candidati della Lega Alberto Bagnai e Claudio Borghi, si è svolto lo stesso nonostante lo sciopero dei dieci dipendenti.Ieri per qualche ora i militanti leghisti avevano temuto di non poter assistere al comizio del proprio candidato nel collegio, nonostante l’affitto già pagato dalla Lega livornese. Ieri mattina poi il Presidente del Goldoni Marco Leone ha incontrato i lavoratori per ascoltarne le ragioni ma garantendo «il regolare svolgiment­o della serata». «Il Goldoni è il teatro di tutta la città — ha rassicurat­o Leone — la scorsa settimana lo ha affittato il Movimento 5 Stelle con Luigi Di Maio, qualunque partito può farlo per eventi politici durante la campagna elettorale e quindi l’evento non è mai stato messo in discussion­e».

La vigilia del comizio è stata caratteriz­zata anche da un botta e risposta di fuoco tra il candidato del collegio uninominal­e

Botta... Sciopero per fare gli interessi di un sindacalis­ta ...e risposta Deve tacere, lui è un fascista e fermarci è un nostro diritto

leghista e Giovanni Ceraolo, candidato alla Camera di «Potere al Popolo» nel collegio di Livorno e rappresent­ante del sindacato Usb che ha aderito allo sciopero. «Sinceramen­te non mi era mai capitata una cosa così ridicola — dice Gasperini — è stato uno sciopero indetto non per tutelare gli interessi dei lavoratori ma per quelli del loro sindacalis­ta, un piccolo borghese che cerca una poltrona in Parlamento e specula sulla povertà. Ceraolo secondo me dovrebbe andare in galera, non candidarsi alla Camera dei Deputati».

«Lo sciopero non c’entra niente con la mia candidatur­a — gli ha risposto Ceraolo — Gasperini dovrebbe stare zitto perché non si può contestare il diritto di fare sciopero. E’ un fascista e non lo dico io, ma lui stesso». Prima del comizio una decina di manifestan­ti dei centri sociali livornesi hanno protestato davanti al teatro lanciando imprecazio­ni contro gli organizzat­ori e anche contro i cittadini che entravano per assistere all’incontro tanto che uno di questi, Ottavio Herbestrit, è stato colpito con un cazzotto da un manifestan­te prima che i due fossero divisi dalle forze dell’ordine presenti sul posto.

«Il clima ideologico in questa città è molto pesante — ha commentato a margine dell’incontro al Goldoni Lorenzo Gasperini — quando andremo al governo i centri sociali anche a Livorno saranno chiusi perché non è possibile che 80 cretini tengano per la collottola un’intera città».

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