«Io indipendente Cancellerò oltre 400 leggi»
Molto dipende dalle telefonate, quelle che arrivano e quelle che non vengono fatte. Per Giuseppe Conte, pugliese, cresciuto a Roma, ora docente di diritto privato all’università di Firenze, la prima telefonata dal M5S è arrivata 4 anni fa. «Fui contattato per chiedermi se potevano indicarmi come componente dell’organo di autogoverno della giustizia amministrativa. Gli spiegai che non ero del M5S e che non potevano considerarmi neanche simpatizzante: mi risposero “professore, a noi non interessa, vogliamo un indipendente, vogliamo che metta il suo rigore professionale al servizio della giustizia amministrativa”». E così Conte, diventato poi vicepresidente di quell’organo, ha atteso altre telefonate: «In questi 4 anni non ne ho ricevuto neanche una volta ad interferire nel delicato incarico assegnato. Hanno mantenuto la promessa». Qualche settimana fa è poi arrivata un’altra telefonata, quella di Di Maio che gli chiedeva la disponibilità a finire nella compagine dei «ministri candidati». Un’operazione che passa da Alfonso Bonafede: il deputato non è stato solo indicato come «candidato ministro della giustizia», con poco tatto costituzionale ma con un’operazione di comunicazione «governativa» forse efficace. Bonafade è stato uno dei principali soggetti che hanno fatto scouting, ricerca, anche dei candidati al Parlamento. Conte, che ha dichiarato al Corriere della Sera di aver votato a sinistra (ma alcuni suoi colleghi, a Firenze, ne sono rimasti un po’ stupiti), ha preso il primo applauso citando un’icona (a fasi alterne) del M5S. «Nel dna di questi giovani amici c’è il rispetto delle istituzioni e della legalità, dell’etica pubblica, espressione tanto cara a Stefano Rodotà».I grillini volevano Rodotà presidente della Repubblica, ma poi il costituzionalista criticò garbatamente l’allora leader del M5S, che finì per bollarlo come un «ottuagenario miracolato dalla Rete». Ma Conte forse non conosce queste dinamiche, e i grillini presenti se ne saranno dimenticati. Per il docente dell’Università di Firenze, chiamato per dare efficienza e meritocrazia alla Pubblica amministrazione, è il momento di «combattere l’ipertrofia legislativa», di cambiare «il quadro legislativo attuale, farraginoso per gli esperti, immaginiamo per i cittadini». Come? Intanto facendo dei «Codici unici per settore di attività», in modo che almeno le normative settoriali si possano trovare tutte assieme, semplificando e accorpando le varie leggi: «Bisogna innanzitutto abrogare le leggi inutili, Di Maio ne ha individuate 400, ma vi assicuro che dopo che avremo verificato saranno molte di più». Ma si vede che di politica ne ha masticata: dopo le polemiche per il «candidato ministro all’Istruzione», Giuliano, che in un video di pochi anni fa elogiava la Buona Scuola di Renzi, è Conte ad affermare che «bisogna rivedere pressoché integralmente la riforma della cattiva scuola, soprattutto per quanto riguarda il personale». Un po’ come quando il ministro Graziano Delrio correggeva le uscite fuori tono di Matteo Renzi durante la campagna referendaria. Comunque vada, anche se non diventerà ministro, per Conte (con un curriculum che va da Yale alla New York University) sarà un successo: ha già 4 nuovi libri in uscita.