Uomo-robot, un testa a testa su cui interrogarsi
Tutti i sabato, sino al 24 marzo, si parla di intelligenza artificiale all’Istituto Stensen
Sono entrati nelle nostre case, presto guideranno le nostre macchine, sono al centro del dibattito internazionale nella ricerca tecnologica. E recentemente hanno fatto il loro ingresso nella campagna elettorale: i robot non sono simbolo del futuro, sono realtà del presente. Sono macchine intelligenti che si apprestano a sostituire l’uomo in alcune mansioni.
L’Istituto Stensen, attento agli argomenti di attualità che implicano conseguenze etiche e politiche, apre le sue porte a questo tema centrale del progresso scientifico e culturale con un ciclo di incontri per riflettere sulle implicazioni sociali di questa rivoluzione (da domani alle 15.30, sempre di sabato, a ingresso libero) dal titolo Macchine intelligenti? Ruoli e responsabilità sociali delle tecnologie avanzate. Il primo dibattito verte su «Intelligenza artificiale e interazione uomo-macchina». Interverranno Marco Gori dell’Università di Siena, Benedetto Allotta e Alberto Tesi dell’Università di Firenze. A cui seguiranno, negli altri appuntamenti fino al 24 marzo, docenti universitari di materie scientifiche ed umanistiche di gran parte degli atenei italiani. «Vogliamo proporci come luogo di interrogazione culturale sulle tecnoscienze, che sono problemi complessi, intrecciano tante reti e ci chiedono un approccio e una mentalità nuova — spiega Ennio Brovedani, padre gesuita alla guida dell’istituto di viale don Minzoni — La rivoluzione robotica si prospetta come un grande cambiamento dall’impatto fondamentale sull’economia, la vita, i valori che cambierà la visione dell’uomo e delle sue possibilità». Nessuna idea preconcetta o tesi ma solo «l’apertura di un tavolo di riflessione per iniziare a fare una corretta informazione». Su argomenti chiave come il lavoro e la guerra, dove le macchine intelligenti hanno un ruolo sempre più rilevante. «È questo il senso della rassegna — prosegue Brovedani — Analizzare il ruolo e le responsabilità che le tecnologie avanzate portano con sé perché questo crescente sapere diventa un crescente potere e, in quanto potere, pone il problema del dovere e da qui nasce la questione etica».
Riflettere sul tema della robotica significa «riflettere sull’etica delle conseguenze di certe scelte — conclude il padre gesuita — Perché accanto ai valori positivi che attraverso la scienza cerchiamo di proporre ve ne sono altri che possono diventare pericolosi. Come l’impatto che macchine sempre più intelligenti hanno sul mercato del lavoro. Ma anche nel rapporto tra uomo e macchina, visto che sempre più abbiamo difficoltà a relazionarci con i nostri simili».