Rimonda alla Pergola con lo Stradivari-thriller
Il maestro suonerà il violino del 1721 avvolto dal mistero
Una macchia scura, l’impronta di una mano intrisa di sangue, lasciata sulla tavola armonica di un prezioso violino; l’ultimo abbraccio al prediletto strumento dato da Jean Marie Leclair, acclamato violinista del ‘700 francese, prima di spirare. Pugnalato, alle spalle: forse da un parente che non gli aveva perdonato di aver abbandonato la moglie, forse da un violinista invidioso del suo talento.
Quello Stradivari del 1721 era stato l’inseparabile compagno di Leclair negli ultimi anni, che aveva trascorso recluso in una casa-fortezza alla periferia di Parigi, covando sentimenti di ostilità nei confronti della razza umana e cercando di scacciare i fantasmi di malattie immaginarie. Da allora, lo Stradivari di Leclair reca incancellabile sul suo legno quel timbro nero di morte, traccia tangibile quanto evocativa di una misteriosa storia. E per questo si è guadagnato un soprannome preciso: «Le noir». È passato nelle mani di diversi proprietari, fino a diventare, pochi anni fa, lo strumento del violinista Guido Rimonda, che intorno all’alone sinistro di quello Stradivari ha costruito una sorta di repertorio, scegliendo alcuni brani legati per più versi a inquietanti immagini di morte, enigmi irrisolti, atmosfere esoteriche: ciascuno, ha detto Rimonda, con «un suo modo peculiare di dare voce a ciò che nell’esistenza è avvolto nell’oscurità».
«Le violon noir» è diventato così un cd e un programma da concerto, nel quale «abbiamo voluto ricreare la storia d’amore fra Leclair e il suo Stradivari, se vogliamo, però un po’ macabra». Ora Rimonda, assieme all’orchestra da camera Camerata Ducale da lui stessa fondata nel 1992, lo propone nel suo ritorno al Teatro della Pergola per gli Amici della Musica, domani alle 16. Un pomeriggio «da brividi» alla Pergola, dove ascolteremo, fra originali e adattamenti, pagine come la Sinfonia Funebre di Locatelli, la Danza degli spiriti beati di Gluck, la Sonata Il trillo del diavolo di Tartini, Le streghe di Paganini, ma anche – questi più che altro legati al tema della morte – La pavane pour une infante défunte di Ravel e lo struggente tema di Williams per il film Schlinder’s List.
Ci sarà poi la curiosità di Carini, leggenda per violino e orchestra scritta per Rimonda da Luciano Maria Serra. L’ha ispirato la vicenda di cronaca nera che sconvolse la Sicilia del ‘500: l’omicidio, per ragioni d’onore, di Laura Lanza ad opera del padre. Morendo, la «barunissa» lasciò l’impronta della sua mano insanguinata su un muro del castello di Carini.
Storia
Lo strumento, detto «Le noir», era di Jean Marie Leclair che venne pugnalato alle spalle
Tele Iride