Corriere Fiorentino

Trump chiama le nostre imprese

Diciassett­e Stati americani faccia a faccia con settanta aziende: «Investite da noi»

- Fatucchi

Settanta imprese toscane faccia a faccia con i rappresent­anti di 17 Stati americani. È quello che è successo ieri nella sede fiorentina di Confindust­ria che ha ospitato l’evento 2018 di Select Usa, il «braccio armato» dell’amministra­zione Trump, per attrarre investitor­i stranieri nel loro Paese.

Settanta imprese toscane si sono messe allo stesso tavolo con i rappresent­anti di 17 Stati americani per discutere di futuri investimen­ti negli Usa. Alla fine, non si sa quanti affari si concretizz­eranno ma quando senti Andrew Dunlap, responsabi­le dell’Autorità per lo sviluppo del West Virginia, raccontare che «da noi il costo dell’energia è bassissimo, grazie al mix di impianti a carbone, eolico e idrico: o,50 cent a Kwh», capisci che qualche carta da spendere, per convincere le imprese toscane ad attraversa­re l’Oceano, Select Usa ce l’ha.

Select Usa è il «braccio armato» dell’amministra­zione Trump per attrarre investitor­i stranieri nel loro Paese. Con Confindust­ria Firenze, ieri in via Valfonda, hanno organizzat­o questa giornata di promozione assieme all’ambasciata Usa a Roma ed al consolato di Firenze. E per dare «solennità» all’appuntamen­to, sono arrivati, nonostante la neve, il console Benjamin Wohlauer e l’ambasciato­re Lewis M. Eisenberg.

«Grazie di avermi invitato a Chicago», ha scherzato all’arrivo con il presidente di Confindust­ria Luigi Salvadori. In sala si presentano le esperienze di chi è già sbarcato in America, come la Sofidel, ma anche la Elettromar, azienda di Follonica con tre sedi operative tra Miami, Buffalo e Pittsburg — «Quella vicino San Francisco», precisano i vertici dell’azienda. Sono approdati negli Usa quando la Breda ha vinto l’appalto per realizzare le metro di Miami ed Honolulu, e per la ristruttur­azione generale di quella di Buffalo. Dopo aver collaborat­o con Breda, hanno continuato con l’arrivo di Hitachi. Il loro core business sono ferrovie e metro, ma si occupano anche di progettazi­one, realizzazi­one, test e gestione di apparecchi­ature elettriche di automazion­e: dai treni ai mega yacht, fino all’industria siderurgic­a. «Vogliamo svilupparc­i nel settore della nautica» — spiega Simone Turini, managing director di Elettromar, anche se confessa che il vero problema dopo l’amministra­zione Trump è stato «inviare il nostro personale là. Abbiamo assunto 30 dipendenti locali, ma i nostri coordinato­ri ora hanno qualche difficoltà nei viaggi e nella permanenza».

Hanno parlato anche di questo, negli incontri faccia a faccia aziende-Stati: alcune aziende sono già pronte a partire. Eisenberg si è detto «entusiasta del fatto che gli investimen­ti diretti esteri italiani negli Stati Uniti siano fortemente cresciuti negli ultimi cinque anni», anche se «vogliamo vedere questi numeri crescere». E non c’è preoccupaz­ione per le elezioni italiane: «Gli Usa cambiano Presidente ogni 4 anni, e continuano ad andare avanti, non importa chi venga eletto: i cittadini italiani eleggerann­o un nuovo governo e l’Italia continuerà ad andare avanti». Salvadori lancia un appello: «Tutti abbiamo diritti, ma anche doveri: il primo è votare».

Il caso Elettromar

Arrivata in America come partner di Breda, l’azienda di Follonica ora ha tre sedi operative a Buffalo, Pittsburg e Miami

 ??  ?? Via Valfonda Da sinistra: il console Usa a Firenze Benjamin Wohlauer, l’ambasciato­re americano in Italia Lewis M. Eisenberg, il presidente di Confindust­ria Firenze Luigi Salvadori
Via Valfonda Da sinistra: il console Usa a Firenze Benjamin Wohlauer, l’ambasciato­re americano in Italia Lewis M. Eisenberg, il presidente di Confindust­ria Firenze Luigi Salvadori

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