Corriere Fiorentino

UN COMUNISTA CONTRO L’URSS

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È morto a 80 anni l’ex sindaco di Pistoia Renzo Bardelli. Iscritto al Pci dal 1964 al 1990, fu assessore e poi sindaco dal 1976 al 1982, quando si dimise per disaccordi col partito. Tra i messaggi di cordoglio quelli del sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, e del governator­e Enrico Rossi, che ha espresso dolore anche per la scomparsa dell’ex sindaco di Livorno, Gianfranco Lamberti. I funerali di Bardelli oggi alle 10 nella chiesa di San Biagio in Cascheri a Pistoia.

Il 26 settembre 1981 usciva su Repubblica l’intervista di Giampaolo Pansa a Renzo Bardelli, allora sindaco Pci di Pistoia. «L’Urss non è un Paese socialista. Laggiù non c’è nessuna delle cose per cui noi del Pci ci battiamo. Io sono stato più volte all’Est. Che cosa ho visto? Che non c’è democrazia, non c’è libertà. Noi vogliamo l’uomo nuovo e là c’è solto l’uomo morto». Parole che diedero a Renzo notorietà nazionale, suscitando reazioni negative nel suo partito. Bisognò attendere il crollo del Muro, perché la classe dirigente del Pci prendesse definitiva­mente atto che il comunismo, così come si era inverato nel secolo scorso, era totalmente fallito. C’era stata nel 1976 la dichiarazi­one di Berlinguer sulla fine della spinta propulsiva della Rivoluzion­e d’Ottobre e sul fatto che lo stesso Pci si a «Lungarno», Corriere Fiorentino lungarno delle Grazie 22 50122, Firenze Fax 0552482510 sentiva più sicuro sotto l’ombrello della Nato; si erano recisi i legami economici, ma oltre non si era andati. Il sindaco di una città da sempre governata dal Pci aveva avuto il coraggio di andare in fondo a una questione che, se affrontata per tempo, avrebbe liberato i comunisti italiani da antichi vincoli storici e ideologici e, forse, avrebbe definito un destino diverso per tutta la sinistra italiana. Quando ho saputo della sua scomparsa mi è venuto in mente André Gide e lo scandalo che suscitò il suo Ritorno dall’Urss nel 1936, quando, seppure accolto regalmente dal regime stalinista, tornando aveva descritto crudamente la sua delusione con parole che, a tanta distanza, risuonavan­o in quelle di Bardelli. Poco dopo l’intervista Renzo si dimise da sindaco, sull’onda di un altro contrasto col partito, questa volta sorto sulle sue franche e dure consideraz­ioni riguardo alla Regione, incapace di attuare politiche efficaci per tutta la Toscana. Bardelli non rinnegò mai l’appartenen­za al Pci (si dimise solo nel 1990) rimanendo attivo in Consiglio comunale e cercando di imporre, sempre con anticipo, la propria visione riformista. Era un libero che sognava una sinistra di governo, liberale e riformatri­ce. La dedica di cui mi onorò (nel 1998) sul suo bel libro Un Cappotto per Sandro Pertini, lo dice: «All’amico e compagno di un’epoca nella quale, dai comuni, si cercava di smuovere il bisonte comunista per una nuova cultura di governo, democratic­a ed occidental­e, moderna e davvero rispettosa del diverso».

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L’ex sindaco di Pistoia Renzo Bardelli, che guidò la città dal 1976 al 1982

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