Corriere Fiorentino

Moderati in salita se la politica si radicalizz­a

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1. No. C’è stato un processo di adattament­o alla nuova legge elettorale, anche per i collegi uninominal­i. Il secondo aspetto è che per la prima volta negli ultimi 25 anni non c’è una prospettiv­a di alternativ­a: dal ‘94 al 2016 c’era una prospettiv­a di democrazia maggiorita­ria e governante. Dopo la sconfitta al referendum costituzio­nale non c’è più questo scenario. Si era poi innescata l’idea di una democrazia diretta digitale: ormai si è capito che era un’illusione, alla fine le decisioni le hanno prese anche lì i leader. E così la campagna elettorale diventa radicalizz­ata.

2. Renzi si trova in questa situazione di radicalizz­azione della politica. E così ha nemici ovunque: un po’ se li crea, un po’ ce li ha davvero. Oltre agli avversari a destra e sinistra, ha pure il M5S, trasformat­osi da partito di protesta a partito di governo, nelle intenzioni. Il problema di Renzi è più di fondo: sta facendo un Pd moderato in un momento di radicalizz­azione. Il Pd ora è fuori dal tempo: può dispiacere, ma non è il suo momento.

3. Ha dato spazio ai meccanismi del collegio uninominal­e, in cui devi occuparti del tuo territorio.

Certamente è un suo merito, questa capacità di mantenersi, questa voglia di vivere. Ed ha fatto campagna elettorale con molta attenzione: l’annuncio di Antonio Tajani come premier, ha giocato sul fatto che i cittadini non hanno memoria. Lui ha anche problemi seri, tra cui quelli aziendali seri. Oggi vuole rappresent­are un elettorato moderato di centrodest­ra in una coalizione «tirata» dai più radicali Meloni e Salvini. Berlusconi sta facendo concorrenz­a a Renzi, puntando sullo stesso elettorato, non molto distante. Può darsi anche che il voto moderato trovi maggiore sicurezza nelle file di Berlusconi.

L’operazione è efficace, fa vedere che ci sono altri nomi, oltre Grillo. Conosco alcuni dei candidati ministri, di valore. L’operazione era dire: «non c’è un uomo solo al comando», per abbattere le critiche del leaderismo. Anche se ha dei limiti: che succede se sarà necessario un governo di coalizione?

Liberi e uguali ha le maggiori possibilit­à dove c’era un voto solido del vecchio PciPds-Pd. Ho considerat­o questa scissione un’operazione sbagliata, ha consentito a Renzi di trasformar­e il Pd in un partito di centro. Non mi pare una grande strategia. Ma Leu dove potrà vincere collegi uninominal­i?

Ci sono molti nuovi parlamenta­ri, quindi non ci sarà inclinazio­ne ad andare subito a nuove elezioni. E con questa idea di fare la nuova legge elettorale, di cui dubito, si prenderà altro tempo. Per questo, credo nascerà un governo del presidente: Mattarella, in uno scenario in cui il centrodest­ra potrebbe avere un buon risultato, troverà l’equilibrio necessario.

 La mossa del M5S È stato efficace presentare la squadra dei ministri. Il senso dell’operazione? Era necessario abbattere le critiche sul leaderismo

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Leonardo Morlino

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