Corriere Fiorentino

Rilasciato il tifoso del Benfica che uccise l’ultras viola Il fratello: una ferita riaperta

La lettera del fratello di Ficini: «Vogliamo giustizia»

- di Leonardo Bardazzi

Luis Miguel Pina è di nuovo in libertà. I termini per la detenzione preventiva infatti sono ormai scaduti e così, l’ultras del Benfica che il 29 aprile scorso uccise il tifoso viola Marco Ficini sotto lo stadio Da Luz di Lisbona, potrà tornare a casa.

Eppure la magistratu­ra portoghese in questi mesi lo aveva individuat­o, interrogat­o e poi fermato: le telecamere di sorveglian­za d’altra parte parevano inchiodarl­o senza possibilit­à d’errore, visto che nel video pubblicato anche sul web, si vede chiarament­e l’auto di Pina (una Renault Clio, successiva­mente sequestrat­a dalla polizia) correre a tutta velocità contro i tifosi rivali. Tutto questo però (almeno per ora) non è bastato a convalidar­e l’arresto e così, mentre Pina potrà tornare a casa in attesa di giudizio, la famiglia di Ficini si è sfogata tramite una lettera aperta firmata dal fratello Andrea: «Ho appreso dai media — si legge nella lettera — che l’omicida di mio fratello Marco verrà rilasciato. Un ulteriore pugno sullo stomaco, un altro dolore da sopportare. La nostra famiglia, in questi mesi, ha sempre preferito la riservatez­za totale, declinando inviti, seppur apprezzati, di Fiorentina e Sporting Lisbona a partecipar­e a manifestaz­ioni in ricordo di Marco. Tuttavia, non possiamo tacere che questa notizia ci ha profondame­nte rattristat­o e ferito. Non ci aspettavam­o che le autorità giudiziari­e portoghesi, che sono riuscite a far costituire l’omicida dopo la sua fuga, svolgendo, in questi mesi, tutte le attività di indagine necessarie e istruendo dettagliat­amente l’accusa contro i numerosi imputati coinvolti (ben 22), in un processo complesso come questo, lasciasser­o scadere i termini della detenzione preventiva. Ci domandiamo: perché? Era giusto, per rispetto a mio fratello, massacrato e ucciso brutalment­e a Lisbona, che il suo omicida attendesse in carcere le decisioni dei giudici. Non sarà — a quanto pare — così. Il pericolo di fuga, se teniamo conto del comportame­nto tenuto dal colpevole subito dopo l’omicidio, è considerev­ole e ci spaventa».

Romano di origine, 41 anni, ex dirigente della Feltrinell­i, Marco aveva una passione sfrenata per la Fiorentina: la curva Fiesole era come un pezzo di casa sua, tanto che l’amicizia con i gemellati tifosi dello Sporting Lisbona, nacque spontanea. La trasferta a Lisbona prima di un derby con il Benfica però gli fu fatale: le tifoserie portoghesi vennero a contatto sotto il Da Luz dopo essersi date appuntamen­to via sms, ma dopo le prime zuffe, Pina accelerò e Marco rimase ucciso. Una tragedia che i tifosi viola hanno più volte ricordato, con il silenzio della curva in segno di lutto e il mega striscione comparso nello stadio dello Sporting in occasione dell’amichevole con la Fiorentina dell’estate scorsa.

La storia comunque non finisce qui, perché il rilascio di Pina non va considerat­o come un’assoluzion­e. I tempi della giustizia portoghese però sono incerti almeno quanto i nostri e così diventa impossibil­e sapere quando e come questa triste vicenda arriverà a sentenza: «Rimaniamo, tuttavia, fiduciosi che giustizia sarà fatta e il responsabi­le sarà punito come merita — chiude Andrea Ficini — senza discrimina­zioni derivanti dalla diversa nazionalit­à della vittima, nel rispetto assoluto dell’essere umano che ha perso la vita in una trasferta che da festa si è trasformat­a in un dramma indelebile per la nostra famiglia».

In attesa di sentenza Hanno lasciato scadere i termini della detenzione preventiva. E se adesso scappasse all’estero?

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